Le vele al terzo di Cesenatico, una ricchezza culturale da salvaguardare

Il 13 maggio diventa una data storica per Cesenatico e per il suo Museo della Marineria: si è svolta nella sala principale del luogo culturale più importante della città la conferenza stampa che annuncia il riconoscimento dell’interesse culturale della pratica della navigazione con vela al terzo lungo le coste della Romagna quale espressione di identità culturale collettiva da salvaguardare. Un riconoscimento che è frutto del lavoro della soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, in  collaborazione con l’amministrazione Comunale e tutti i tecnici coinvolti in questo lungo e fruttuoso percorso.

Questo importante riconoscimento arriva in seguito alla Dichiarazione di interesse etnoantropologico e storico-testimoniale di beni mobili quali “espressioni di identità culturale collettiva per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale”. Nel caso del Museo della Marineria, sono state individuate tre imbarcazioni tradizionali – il trabaccolo Barchèt, il bragozzo San Nicolò, la battana Vanessa – due vele al terzo e due elementi simbolici, la cuffia e gli occhi di prua, in quanto patrimonio culturale e storico di una intera comunità, trasmesso di generazione in generazione con continuità, frutto di interazione uomo-ambiente-natura, nel quale la comunità stessa si identifica ed esprime la propria creatività e peculiarità. Si tratta del primo esempio di applicazione in Italia per il riconoscimento di un bene culturale “immateriale”: dunque una importante “buona pratica” che potrà essere estesa ad altri elementi del patrimonio immateriale, in particolare quello marittimo e delle acque interne che in Italia è particolarmente ricco e interessante.

Molto importanti in questo percorso sono stati i proprietari delle barche con le tradizionali vele al terzo perché la “comunità di patrimonio” è attore fondamentale, soprattutto sul versante della pratica e della trasmissione delle conoscenze, per salvaguardare l’eredità della navigazione tradizionale con vela al terzo, che si appoggia sull’altrettanto importante patrimonio delle imbarcazioni e delle altre testimonianze tangibili e intangibili, come le tecniche della costruzione, della veleria e della decorazione. Altrettanto importante, per lo svolgimento delle attività di navigazione con queste barche di interesse culturale, il fondamentale sostegno della Guardia Costiera e delle Capitanerie di Porto, che hanno garantito sin dall’inizio la più ampia collaborazione.

Le parole del sindaco Matteo Gozzoli

“Oggi è un giorno importante ed emozionante per Cesenatico, e anche se penso sia difficile prepararsi per eventi così densi dal punto di vista culturale e storico, in questi giorni ho letto gli atti del convegno “La marineria romagnola, l’uomo, l’ambiente” che si svolse a Cesenatico nell’ottobre del 1977. Da grande appassionato di storia sono convinto che il presente che viviamo sia il frutto delle idee e delle volontà del passato e se oggi siamo qui dobbiamo dire grazie a tanti che prima di me si sono interrogati e si sono battuti per questo museo. Penso a Bruno Ballerin – all’epoca del convegno presidente dell’Azienda di Soggiorno – che spiegava a tutti i presenti l’opportunità di creare il Museo della Marineria ricordando che esistevano le condizioni favorevoli per farlo e sottolineandone l’importanza sociale, culturale ma anche turistica e di largo respiro. Aveva ragione, adesso possiamo affermarlo ancora più di prima; penso a Giovanni Bissoni – giovane sindaco – che nel suo intervento finale descriveva con lucidità i punti di forza della città e anche i suoi problemi, analizzando la vita del centro storico e le sue caratteristiche. In conclusione però affermava con chiarezza che “la proposta di un museo va seriamente approfondita perché dobbiamo mantenere fermo quello che è il senso culturale”. E i frutti di quel senso, li stiamo raccogliendo qui oggi, oltre ad avere da anni in Museo che è una perla di tutto l’Adriatico. Concludo prendendo in prestito le parole di Lucio Gambi – uno dei più importanti geografi italiani – sempre durante quell’incredibile convegno: “Il Museo può diventare una scuola per un modo diverso di fare storia, e va usato come un vivaio di cultura e di esperimenti. In sostanza con una istituzione del genere noi dobbiamo riconquistare una dimensione che a noi sta sfuggendo: quella della profondità e della complessità degli spessori storici che formano la base della nostra società, e quindi della nostra realtà”. Grazie al lavoro di tutti, grazie al Ministero e grazie alla Soprintendenza. Viva il Museo della Marineria!”, l’intervento del sindaco Matteo Gozzoli.