Giangrandi (candidato sindaco di Cittadini al Centro): “Più trasparenza e stop al marketing dell’infallibilità”

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“Giusto parlare di contenuti, ma per noi é altrettanto importante parlare di metodo. Perché in ogni ambito del governo locale ci sono almeno un paio di concetti da cui non si può prescindere, quelli della programmazione e della trasparenza”. Così Marco Giangrandi, candidato sindaco della coalizione formata da Cesena Siamo Noi, Cambiamo e Italia Viva.

“Tra i problemi più evidenti della passata legislatura – spiega – c’é stato quello della scarsa attenzione ai processi partecipativi (vedi le continue polemiche nei Consigli di Quartiere) e una sorta di refrattarietà al dovere della rendicontazione. In poche parole, é mancata la trasparenza. Il nostro metodo é differente e basato su un principio molto semplice: ogni qual volta si opera, in qualsiasi ambito della macchina pubblica, é necessario porsi degli obiettivi chiari, raggiungibili e condivisi. Serve un percorso lineare in cui la cittadinanza, dalla progettazione alla realizzazione, possa essere sempre nella condizione di verificare. In tanti, durante questa campagna elettorale, parlano di idee e proposte ma, secondo noi, prima di tutto, viene il metodo. Perché senza trasparenza anche i risultati di un’attività amministrativa diventano illeggibili”.

“Per questo – prosegue Giangrandi – é fondamentale avere a Cesena un Urban Center (o “Casa della città”), ovvero uno spazio accessibile a tutti in cui poter visionare, in ogni momento, i progetti dell’amministrazione. Un grande archivio con le scelte politiche di ieri, di oggi e di domani per incoraggiare realmente la cultura della partecipazione e contrastare il fenomeno dell’emarginazione da digital-divide”.

“Da troppi anni a Cesena manca la trasparenza – insiste Giangrandi – e questo ha allontanato le persone dalla politica, scavando ormai un fossato tra cittadini e palazzo. Invece, l’opinione pubblica va coinvolta nei processi decisionali, anche quando c’é un fallimento. Troppe volte, in questi anni, abbiamo visto l’amministrazione nascondere la polvere sotto il tappeto. Troppe volte, anziché recitare il mea culpa, hanno scelto la strada dell’ambiguità. E, invece, un ente pubblico, esattamente come un’impresa privata, non é immune agli errori. E’ incredibile – prosegue Giangrandi – come, negli ultimi 15 anni, i vari sindaci non abbiano mai ammesso, neppure una volta, i propri errori. L’ammissione di colpa, che fa parte del nostro vivere quotidiano, non é contemplata nel governo di questa città dove, anche tra cantieri infiniti e luoghi privati della loro identità, sedimenta sempre e comunque il marketing dell’infallibilità”.

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