La truffa dei ‘minori abbandonati’ per studiare gratis: 66 albanesi denunciati a Forlì

I minorenni entravano in Italia accompagnati da adulti come turisti, poi si presentavano ai servizi sociali sostenendo di essere stati abbandonati: la legge impone ai Comuni di prenderli in carico e assicurare loro mantenimento ed educazione fino alla maggiore età

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Favoreggiamento all’immigrazione clandestina aggravato e truffa aggravata in danno di ente pubblico e abbandono di minore aggravato: sono i reati di cui dovranno rispondere a vario titolo 41 albanesi denunciati in veste di genitori o accompagnatori delegati, mentre per concorso in truffa sono stati denunciati 25 minorenni, arrivati in Italia per motivi turistici accompagnati da maggiorenni (spesso i genitori o altri parenti) ma poi presentatisi ai servizi sociali dei Comuni sostenendo di essere stati abbandonati e di non avere parenti nel nostro Paese. 

La legge impone ai Comuni di prenderli in carico e assicurare loro il mantenimento e l’educazione fino alla maggiore età, a costo zero per la famiglia. 

L’indagine della Squadra mobile di Forlì-Cesena, aperta dal novembre 2015, ha riguardato l’incremento sospetto del flusso di minori non accompagnati di nazionalità albanese accolti e collocati presso strutture pubbliche del comprensorio sino al compimento della maggiore età. In questo contesto, in raccordo con i servizi socio-assistenziali del Comune di Forlì, è risultato che i ragazzi, tra i 13 e i 17 anni, erano arrivati in Italia accompagnati da maggiorenni, spesso i genitori o altri parenti, ma anche conoscenti muniti di dichiarazione di affidamento da parte della famiglia. Secondo la ricostruzione degli investigatori, i minori avevano varcato, nella quasi totalità dei casi, le frontiere marittime di Bari e Brindisi dichiarandosi “turisti”, per poi presentarsi alle forze dell’ordine, ovvero ai servizi sociali della località prescelta, adducendo di essere stati abbandonati o di essere loro stessi sfuggiti al controllo degli affidatari.
In questo modo sono stati presi in carico dalle strutture presenti sul territorio in quanto i minori hanno negato di avere legami parentali sul territorio nazionale oltre a non dare l’assenso necessario per l’attivazione delle procedure di rimpatrio assistito.

Scopo della frode ottenere a costo zero per la famiglia il mantenimento ed un elevato standard educativo sino al compimento dei 18 anni e facilitazioni nel conseguimento del titolo di soggiorno e nell’ingresso al lavoro

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