Terremoto. Morelli (INGV): non c’è legame tra sisma a Ravenna e attività estrattive

Più informazioni su

Il sisma verificatosi a Ravenna, pochi minuti dopo la mezzanotte del 15 gennaio, ha allarmato molti cittadini, non solo per la forte scossa ma soprattutto perchè a tremare è stata la certezza popolare che “Ravenna sta sul sabbione”. A creare preoccupazione sono state anche alcune dichiarazioni, secondo cui il nostro territorio sarebbe “ad alta pericolosità sismica”. 

 

Quest’oggi Andrea Morelli, uno degli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, contattato telefonicamente, ha chiarito che il Comune di Ravenna è in zona sismica 3 “non considerata di maggior pericolosità. La sismicità storica dell’area, dove si è verificata la scossa, non riporta infatti eventi significativi, ma nelle aree circostanti si sono avuti terremoti superiori a magnitudo 5. L’evento sismico del 15 gennaio, di magnitudo 4.3, è legato al quadro geodinamico che crea la subduzione, cioè lo scorrimento della Placca Adriatica che “si infila” sotto agli Appennini, generando scosse di tipo compressivo. È una convergenza di placche diverse, la stessa che provocò il sisma del 2012 in Emilia” sottolinea l’esperto.

Al momento non si possono escludere altre scosse? “Esatto – prosegue Morelli – in generale è un’ipotesi che non si può escludere. L’esperienza ci insegna che terremoti come quello del 15 gennaio, sono seguiti da “scosse di replica”, solitamente di minore intensità, che si verificano in seguito”. 

Il sisma è stato localizzato dalla Rete Nazionale dell’INGV, in una località da decenni interessata dal fenomeno della subsidenza e a pochi chilomentri di distanza da una piattaforma per le estrazioni del gas. Ci sono alcune correnti di pensiero che collegano questi elementi. Lei è d’accordo?
La subsidenza delle coste dell’Adriatico è legata allo sfruttamento delle falde profonde, all’estrazione dell’acqua dalle falde, a cui contribuisce anche l’estrazione del gas che avviene in Adriatico, ma tutto ciò non può essere collegato direttamente a fenomeni sismici, come quello del 15 gennaio, che si è verificato ad una profondità di 25 chilometri. La subsidenza che interessa l’Adriatico ha effetto solo sugli strati rocciosi più superficiali e non così profonditi” conclude Morelli.

 

Più informazioni su