Lotta al Covid: misure ancora più restrittive in vigore dal 16 gennaio, l’Emilia-Romagna in bilico fra zona arancione e zona rossa

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo Decreto con le misure di contrasto alla pandemia: misure che saranno in vigore dal 16 gennaio al 5 marzo. Restano praticamente in campo per le prossime 7 settimane le limitazioni fissate dall’ultimo Dpcm in scadenza il 15 gennaio. Il Decreto proroga anche lo stato d’emergenza fino al 30 aprile. Con le nuove misure e con il monitoraggio dell’ISS di domani 15 gennaio sull’andamento della pandemia, mezza Italia potrebbe finire da domenica prossima nelle due liste o fasce con le restrizioni più alte: sono 9 le regioni e province autonome a rischiare l’arancione e tre addirittura il rosso, si parla di Lombardia e Sicilia e forse anche di Emilia-Romagna. Ma oltre alle tre fasce che già conosciamo – gialla, arancione, rossa – sarà introdotta anche la fascia bianca per quelle Regioni in cui la situazione presenta pochi rischi. Per ora quasi nessuna Regione può però aspirare al bianco. Fra le misure più stringenti c’è il divieto di spostamento fra Regioni fino al 5 marzo mentre resta l’obbligo di visita a casa per massimo due persone alla volta (come a Natale).

Il Ministro ha parlato di situazione sanitaria molto difficile, con la curva del contagio che è tornata a crescere dopo Natale. Da qui la necessità di mantenere e anche aumentare le misure di contenimento. “Il virus ha i mesi contati grazie alle vaccinazioni, ma non è stato ancora vinto e non c’è altra strada diversa dall’unita per affrontare questa emergenza” ha detto Speranza, che ha chiesto di tenere la pandemia e la campagna di vaccinazione fuori dalla polemica politica fra i partiti: “Nei prossimi mesi sarà tutto terribilmente complicato, teniamo fuori dalla battaglia politica la salute degli italiani, sarebbe errore imperdonabile rallentare nell’ultimo miglio”.

La zona bianca

È la fascia migliore istituita per ultima, una sorta di premio per le Regioni che taglieranno il traguardo di riportare l’epidemia sotto controllo. L’Rt, cioè l’indice di contagio, deve essere sotto 1 mentre il tasso di incidenza di contagi ogni 100.000 abitanti non deve essere superiore a 50. Per il momento la regione più vicina è la Toscana, unica classificata a basso rischio nell’ultimo monitoraggio dell’Iss, ma dove il tasso di incidenza è ancora tre volte superiore a quello richiesto. Nelle regioni che otterranno l’ingresso in zona bianca verranno sostanzialmente abolite tutte le restrizioni.

Resterà obbligatorio l’uso della mascherina sempre e il distanziamento ma gli spostamenti saranno totalmente liberi, non si dovrà più rispettare il coprifuoco dalle 22 alle 5, bar e ristoranti torneranno ad aprire la sera ovviamente nel rispetto delle misure di sicurezza, aperte tutti i negozi e i centri commerciali nel weekend. Fine delle restrizioni anche per il mondo dello sport con la riapertura di palestre, piscine, sport di squadra e di contatto e riapertura anche per cinema, teatri, musei, mostre, convegni, fiere. Anche gli incontri saranno liberi mantenendo però obbligo di mascherina e distanziamento. E naturalmente anche ritorno delle lezioni in presenza per tutte le scuole di ogni ordine e grado.

La zona gialla

Qui sono introdotte misure più stringenti rispetto a quelle adottate finora. Innanzitutto per gli spostamenti: ci si potrà sempre muovere liberamente, senza alcuna giustificazione, ma solo entro i confini regionali. Si potrà andare fuori Regione solo per motivi di lavoro, salute o necessità o per far ritorno alla propria residenza, domicilio o abitazione dove ci si potrà sempre ricongiungere con il partner se vive e lavora altrove.

In zona gialla sono aperti tutti i negozi, tranne i grandi magazzini e i centri commerciali nel weekend. E aperti, ma solo fino alle 18, bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie. Dopo quell’orario forse sarà consentito solo il servizio a domicilio. Infatti, l’intenzione del governo, per evitare gli assembramenti davanti ai locali, è quella di vietare anche l’asporto dopo le 18. Le regioni hanno proposto invece una misura meno penalizzante per i locali, quella di vietare solo l’asporto di bevande. La decisione definitiva verrà presa dopo l’ultimo confronto.

Un altro limite valido in zona gialla è quello degli incontri in casa. Il governo proroga la norma di Natale secondo la quale è consentito ricevere in casa non più di due persone non conviventi al massimo con bambini sotto i 14 anni e persone disabili. Non è previsto alcun controllo all’interno delle abitazioni. Ci si potrà muovere nell’ambito del territorio regionale, sempre in due, per andare a trovare parenti o amici.

La novità per le zone gialle è quella della riapertura dei musei che, limitatamente alle collezioni permanenti, il governo intende concedere. Possono tornare in presenza tutte le scuole, ma non tutte le regioni hanno ancora dato il via libera per le superiori.

La zona arancione

Per essere zona arancione basta un indice di contagio Rt che va da 1 a 1,25 o anche solo il rischio alto determinato dai vari parametri (ricoveri, terapie intensive…). Sono ben dodici le regioni a rischiare (se non certe) di finire dal 16 in arancione: Piemonte, Umbria, Marche,  Puglia,  Liguria, Friuli Venezia Giulia, le province di Trento e Bolzano oltre ad Emilia-Romagna (per la nostra regione si parla anche di zona rossa), Sicilia e Calabria che lo sono già.

In zona arancione gli spostamenti sono liberi solo all’interno del Comune. Vale naturalmente anche qui il divieto di ricevere più di due persone in casa mentre è consentito muoversi per un raggio di 30 chilometri (ma non per raggiungere un capoluogo di provincia) agli abitanti di centri con meno di 5.000 abitanti. Restano aperti i negozi, tranne i centri commerciali nel weekend, ma chiudono bar, ristoranti, pasticcerie e gelaterie. Per l’asporto e il domicilio varranno le stesse regole di tutte le altre zone. Chiusi invece i musei e, come nel resto d’Italia, cinema, teatri, mostre, fiere e congressi. E palestre, piscine e impianti da sci. La ripresa delle lezioni in presenza anche alle superiori è consentita, ma ogni regione decide per sé dunque bisognerà consultare le ordinanze regionali.

La zona rossa

È la zona con le limitazioni più forti, anche se non siamo di fronte a un lockdown come fu quello della scorsa primavera. Al momento le regioni che rischiano di finire in questa zona sono la Lombardia e la Sicilia. Ma si parla anche dell’Emilia-Romagna.

In zona rossa per uscire da casa bisognerà avere con sé l’autocertificazione e motivare lo spostamento per lavoro, salute e necessità o per far rientro alla propria residenza o ancora per il ricongiungimento con il partner. Restano chiuse tutte le attività commerciali non ritenute essenziali, da bar e ristoranti ai negozi di ogni genere. Fanno eccezione sempre gli alimentari, le farmacie, ma anche librerie, negozi di intimo e di sport, cartolerie, negozi di giocattoli e ferramenta, barbieri e parrucchieri. In presenza solo le scuole dell’infanzia, elementari e le prime medie. Per tutti gli altri studenti c’è la didattica a distanza.