I colleghi di Lorenzo Campanini, infermiere morto nell’incidete in E45. “Amava quello che faceva, era solare e empatico”

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“Quando un giovane scompare improvvisamente il dolore è forte, quando se ne va una persona che aveva scelto di dedicare la propria vita ad aiutare il prossimo diventa, per certi versi, inspiegabile”. Con queste parole dipendenti, volontari, collaboratori e dirigenti della Pubblica Assistenza Città di Ravenna hanno voluto esprimere il più profondo e sentito cordoglio per la scomparsa di Lorenzo Campanini, avvenuta, come un fulmine in una giornata di sole, in seguito al terribile incidente stradale nel pomeriggio di ieri all’altezza del Km247 della E45.

Lorenzo, che al momento dell’incidente stava rincasando a Cesena dopo un turno di lavoro, aveva compiuto da poche settimane 24 anni ed era infermiere in servizio sulle ambulanze della Pubblica Assistenza di Ravenna. Lo descrivono come “instancabile, sempre disponibile e con quella dote fondamentale per chi fa un lavoro come il suo: l’empatia nei confronti del prossimo”.

“Lorenzo nei pochi mesi nei quali aveva lavorato con noi, essendo entrato in servizio a maggio 2020, aveva conquistato tutti – raccontano all’unisono i componenti del personale della Pubblica Assistenza Città di Ravenna, profondamente toccati da quanto accaduto – per la sua disponibilità e si era fatto voler bene, senza distinzioni. Una persona solare che cercava sempre di imparare qualcosa dal confronto con i colleghi. Un compagno di lavoro fantastico”.

“Desideriamo anche ringraziare tutti i cittadini ed i colleghi del 118 che in queste ore ci hanno fatto pervenire le loro condoglianze. Sentiamo la vicinanza del nostro territorio – dicono ancora dalla PA Ravenna – e questo ci fa capire come la nostra attività, che Lorenzo aveva sposato totalmente, arrivi al cuore delle persone”.

Originario del territorio di Reggio Emilia, Lorenzo Campanini si era laureato con una tesi sui traumi da incidente stradale, era collaboratore di 4Life, e nell’emergenza Covid-19 Lorenzo si era gettato a capofitto in questi mesi per dare il proprio contributo alla sfida al virus.

Tantissimi i messaggi lasciati sulla rete e non solo da suoi colleghi della Pubblica Assistenza. Una piccola parte dei molti scritti in queste ore, per comprendere l’affetto che Lorenzo aveva saputo conquistare in questi mesi di lavoro fianco a fianco: “Sei e sarai sempre il mio fratello minore. Tu, che sei una parte di me e lo sarai sempre”, ed ancora “A te, che mi dicevi sempre ‘tu non hai dieci anni più di me, tu hai la mia età’. Per me è solo un arrivederci”.

Brevi racconti toccanti come: “Disperazione, dolore, dispiacere… tutto mischiato insieme per la tua perdita, a fine turno ci siamo fumati la sigaretta e tu, piccolo ‘nano da giardino’ sei dovuto scappare per non fare tardi a casa. Quella strada, quell’asfalto ti ha strappato a questa vita, vita che tu amavi e dedicavi a quei pazienti che trattavi con cura e dolcezza regalando sorrisi. Fai il bravo e tieni sistemati quei capelli. Ciao Lollo, buon viaggio nano da giardino…. conforta i nostri cuori e cancella la disperazione delle nostre anime”.

In un altro messaggio: “In questo momento non ci sono parole da dire, ma il tuo sorriso, le nostre chiacchierate e i turni assieme rimarranno indelebili”, così come “Ogni volta che ci incontravamo era una battuta, proprio ieri eravamo lì che scherzavamo sulle strade strette e di come districarsi con le ambulanze… ed è stata proprio la strada a portarti via”.

Tra questi, anche saluti davvero toccanti: “Voglio però ricordarti com’eri, Pensare che ancora vivi, Voglio pensare che ancora mi ascolti, Che come allora sorridi” e “È così che ti voglio ricordare, con la fascia in testa alla rambo per la quale ti prendevo sempre in giro. Eri davvero una bella persona e un bravo collega, amavi quello che facevi e saresti diventato davvero un grande infermiere…. L’avessi saputo ti avrei abbracciato un po’ più forte la settimana scorsa”.

Un altro collega ha scritto“Durante i pochi turni fatti insieme, durante i momenti vuoti in sala equipaggi, eri sempre solare e pronto a scherzare”, così come il suo carattere aperto: “Ti ricorderò sempre, come il capellone sorridente e sempre con la battuta pronta, con l’amore e la passione giusta per questo lavoro”.

In chiusura un messaggio forte e allo stesso tempo simbolico da parte di tutta la PA: “Purtroppo il nostro lavoro non ci permette di fermarci neanche un giorno a piangere un collega: cerchiamo di stringerci stretti e andare avanti in questi giorni difficili”.

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