“La RU-486 ti garantisce un aborto sicuro. Non è un veleno. Il vero veleno è la disinformazione”: campagna delle associazioni femministe

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Nei mesi scorsi, in Romagna e in tutta Italia, sono apparsi manifesti del movimento antiabortista secondo cui la pillola abortiva RU-486 sarebbe un veleno. Ora un nutrito gruppo di associazioni femministe hanno lanciato una campagna con questo slogan: “LA RU486 NON È UN VELENO. IL VERO VELENO È LA DISINFORMAZIONE”. La campagna è firmata da Coordinamento Femminista Romagna, Casa delle Donne Ravenna, Non Una di Meno Ravenna, Donne in Nero Ravenna, Udi Ravenna, Linea Rosa Ravenna, Associazione SOS DONNA Faenza, Associazione Demetra Donne in Aiuto Lugo, Ipazia liberedonne Cesena, Parità di Genere Forlì, Forlì Città Aperta, Rea Collettivo di Genere Forlì, Un secco no Forlì, Forum delle Donne Forlì, Tavolo Permanente delle Associazioni contro la Violenza sulle Donne Forlì, Udi Forlì, Voce Donna Castrocaro Terme-Terra del Sole, Non Una di Meno Rimini, Pride Off Rimini, Associazione Margaret Rimini, Pinkabbestia Rimini.

“Riteniamo che questa campagna (quella contro la pillola RU-486, ndr) sia l’ennesimo attacco alla libertà di scelta delle donne e delle persone che intendono ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza, in quanto esprime un messaggio pericoloso e fuorviante. – si legge nel documento delle associazioni – Per questo motivo, diverse collettive e associazioni romagnole hanno sentito la necessità di una azione coesa sul territorio e sviluppato una rete di coordinamento femminista della Romagna, che accoglie al suo interno molteplici realtà provenienti da Ravenna, Cesena, Lugo, Faenza, Forlì, Castrocaro e Rimini.”

“RU-486 è un farmaco approvato dall’Aifa e il suo utilizzo è raccomandato dalle linee guida del Ministero della Salute. Esso rappresenta un’evoluzione medico-scientifica in quanto non invasivo e non doloroso, meno costoso e funzionale. È somministrabile nelle strutture ambulatoriali pubbliche fino a 63 giorni dall’inizio della gravidanza, garantendo la possibilità di evitare l’ospedalizzazione, un fattore di cui tenere conto in questo particolare periodo storico che vede gli ospedali sovraccarichi a causa della pandemia. – continua il documento – Veicolare attraverso la pubblica affissione comunale un messaggio disinformativo, privo di fondamento scientifico, che mina la libertà di scelta e di autodeterminazione di chiunque voglia accedere all’interruzione volontaria di gravidanza, va ben oltre la libertà di espressione. Appare quindi come una scelta da parte di alcune pubbliche amministrazioni, quella di non prendere posizione davanti alla gravità di queste campagne di disinformazione, ignorando le linee guida dell’OMS e legittimando posizioni fondamentaliste. Per questo, tra i nostri obiettivi sul tema, c’è sicuramente quello di lavorare ad una mappatura delle condizioni di applicazione della legge 194 nei nostri comuni, già minata dalla diffusione dell’obiezione di coscienza.”

Come prima azione, le associazioni hanno scelto di riappropriarsi degli spazi pubblici delle città, aderendo alla Campagna comunicativa e informativa “Non è un veleno” (www.noneunveleno.it). Una campagna promossa e sviluppata da Maghweb, associazione palermitana che si occupa di comunicazione per il sociale e condivisa da tante e diverse realtà associative in tutta Italia, che hanno deciso di “promuovere una corretta informazione sul tema dell’aborto”. Nei prossimi giorni appariranno in tutte le città della Romagna che fanno parte della rete, i manifesti che ribadiscono: “La RU-486 ti garantisce un aborto sicuro. Non è un veleno. Il vero veleno è la disinformazione”, affinché “chiunque possa esercitare la propria libertà di scelta.”

Non è un veleno

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