Il sogno è realtà: la ravennate Greta ha ottenuto il cambio anagrafico e i documenti ufficiali che riconoscono la sua identità

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Dopo tante fatiche, il risultato è stato raggiunto: da ieri Greta Berardi, l’adolescente transgender di Ravenna, avrà il diritto, riconosciuto dalla legge, di essere chiamata con il nome che aveva scelto per sé, durante il suo percorso di transizione. Dagli uffici preposti sono arrivati ieri i documenti ufficiali, carta d’identità e codice fiscale, che sanciscono il cambio anagrafico.

documenti greta

“Per noi è un sogno che si avvera – afferma Cinzia Messina, madre della ragazza -, mi sembra di averla partorita per la seconda volta! Il percorso è stato lungo e tortuoso, pieno di ostacoli, non siamo stati nemmeno molto fortunati ad incontrare tutte le persone giuste lungo il cammino, ma ora è fatta, sono esausta, ma molto soddisfatta”.

È da febbraio 2020 che si è messa in moto la macchina per ottenere il cambio anagrafico: prima la raccolta di tutti i documenti necessari per presentare l’istanza al tribunale, poi la scelta dell’avvocato e l’avvio delle pratiche.

Il processo è partito con una prima udienza, che ha portato alla richiesta di una CTU (Consulenza Tecnica d’Ufficio: praticamente, la richiesta viene posta al vaglio di esperti, che ne devono valutare la solidità, sentendo la minore), svolta a Modena. A novembre dello stesso anno c’è stata la seconda udienza e il processo si è concluso con la sentenza che ha concesso il cambio di nome.

Circa 20 mesi di attesa e migliaia di euro spesi, per un procedimento che solitamente ne richiede molti meno, dai 6 mesi all’anno, proprio perché, come si diceva, non tutto è andato liscio e la famiglia di Greta è stata anche costretta a cambiare il legale che li seguiva, fino a trovare Gianmarco Negri, legale e sindaco di Tromello in provincia di Pavia, che li ha supportati fino in fondo.

“Ora come presidente dell’associazione Affetti Oltre il Genere – aggiunge Cinzia – continueremo a lottare perché i diritti acquisiti da nostra figlia possano essere i diritti di tutti. Non è giusto che per cambiare un dato anagrafico come il nome, sia necessaria tutta questa trafila, si debba finire davanti ad un giudice. Il nome e l’identità sono un diritto”.

E Greta come l’ha presa? “Greta ora è ancora incredula. Tutta questa trafila l’ha talmente prosciugata e affaticata che non è stata ancora capace di gioirne pienamente. È felice, certo, ma la stanchezza per ora prevale”.

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