Osvaldo Piraccini dona al comune di Cesena una delle sue opere più care: i gabbiani di Cesenatico

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Uno dei soggetti a lui più cari. L’artista Osvaldo Piraccini ha donato al Comune di Cesena una delle sue opere: si tratta di un olio su tela raffigurante i gabbiani di Cesenatico. La donazione è avvenuta nella giornata di ieri, domenica 3 ottobre, nella casa-atelier di Via Sacchi alla presenza del Sindaco Enzo Lattuca e dell’Assessore alla Cultura Carlo Verona.

“È per noi un grande onore – commentano Sindaco e Assessore – ricevere un dono di tale valenza. Come già detto in occasione del novantesimo compleanno del maestro Piraccini, siamo immensamente grati alla sua arte e al prestigio che per anni, e ancora oggi, ha dato e continua a garantire a Cesena. Quest’opera va ad aggiungersi ad altri doni che Piraccini ha fatto alla sua città e sarà collocata in uno spazio pubblico dove tutti potranno ammirarla”. L’opera è stata realizzata nel 2016 e raffigura uno dei soggetti prediletti dall’artista cesenate, tra i maggiori esponenti della pittura figurativa e neorealista della Cesena del secondo dopoguerra. Spesso infatti Piraccini si reca nella vicina Cesenatico per “fermare nelle sue tele e per l’eternità” tutti i soggetti che caratterizzano la vicina città balneare: il molo, le barche, i marinai, i passanti e i gabbiani.

Dopo la donazione Piraccini ha ripreso a dipingere e rivolgendosi alla nipote, ha detto: “Perché tutta questa gratitudine nei miei riguardi?”.

Le opere di Osvaldo Piraccini sono presenti in tutta Cesena. Si comincia dal Palazzo comunale e dalla cosiddetta “Sala nera” all’interno della quale si può ammirare il grande dipinto ad olio su tela intitolato “Le lame di Civorio”, donato dall’artista in occasione della mostra antologica intitolata Tempo Presente, allestita alla Galleria ex Pescheria nel 2009. Si tratta di una delle pitture più rappresentative del ciclo dedicato dall’artista al paesaggio collinare cesenate-sarsinate a partire dagli anni ’70. Significato particolare assume anche la “dedica” che il pittore ha rivolto alla propria città all’indomani del ritorno a Cesena dopo il lungo soggiorno romano iniziato sul finire degli anni ’60. L’opera con la suggestiva “veduta” dell’Abbazia del Monte si conserva presso la Pinacoteca, dove pure sono visibili alcune opere del “primo Piraccini” nel contesto del movimento realista cesenate, uno scorcio dei tetti di città, schizzi e disegni. Sempre del Piraccini giovanile e del cosiddetto “periodo grigio” è un dipinto donato alla Biblioteca Malatestiana dal fotografo Renzo Ravegnani assieme all’intera sua collezione d’arte con una gentile figura di fanciulla pensosa.

 

Due sono i lavori certamente da scoprire e meritevoli d’essere conosciuti ed apprezzati: il primo è il grande pannello figurato collocato sullo scalone del Cimitero Urbano che conduce alla cripta ossario del Caduti di tutte le guerre. Il dipinto, ispirato da un’idea di Pietro Vaenti, è stato frutto di una lunga elaborazione ed inaugurato nel 1982. La pittura ha grandi dimensioni e si articola in tre scene distinte ma in sequenza tratte dalle sacre scritture. “Ho cercato – ha affermato l’autore – di realizzare una pittura che senza infingimenti narrativi (che non mi sono propri) ponesse in luce sequenze di una vicenda umana eternamente in conflitto, con l’uomo portatore di violenza, ma vittima del suo stesso male”. Allo stesso tema è dedicato un gruppo scultoreo in terracotta patinata, eseguito negli anni ’90, oggi collocato all’ingresso retrostante del camposanto. Di Piraccini in versione scultore è anche il grande pannello in terracotta raffigurante una scena di gioco o di danza posto all’ingresso della Scuola Media Tito Maccio Plauto. È stato realizzato nel 1978 nell’ambito della cosiddetta legge del “duepercento”.

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