Fabrizio Gifuni al Teatro Bonci di Cesena in “Con il vostro irridente silenzio”

Più informazioni su

Fabrizio Gifuni è atteso al Teatro Bonci di Cesena sabato 15 e domenica 16 gennaio (ore 21.00): dopo aver lavorato sui testi pubblici e privati di Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini riannodando una lacerante antibiografia della nazione, in Con il vostro irridente silenzio. Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro l’attore si confronta ora con lo scritto più scabro della storia d’Italia, il j’accuse del presidente della Dc sequestrato nel 1978 e condannato a morte dalle Brigate Rosse.

Domenica 16 gennaio alle 17.30 nel Foyer del Teatro è previsto un incontro con Gifuni e Domenico Guzzo, direttore dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Forlì-Cesena.

Durante la prigionia Moro parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole su carta: appunta a mano, su fogli di bloc-notes forniti dai suoi carcerieri. Si rivolge ai familiari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie.

E insieme alle lettere compone un lungo testo politico, storico, personale – il cosiddetto memoriale – partendo dalle domande poste dai suoi sequestratori.

Le lettere scandiscono i 55 giorni del sequestro, sono le ultime parole di Moro: un fiume inarrestabile, che si cercò subito di arginare, silenziare, mistificare, irridere.

Moro non è Moro, veniva detto. Tutta la stampa, in modo pressoché unanime, martellò l’opinione pubblica tentando di sconfessare le sue parole, mentre lui urlava dal carcere il proprio sdegno per quest’ulteriore crudele tortura. «È vero: io sono prigioniero e non sono in uno stato d’animo lieto. Ma non ho subito nessuna coercizione, non sono drogato, scrivo con il mio stile per brutto che sia, ho la mia solita calligrafia. Perché non mi credete? Chi vi suggerisce di non credermi? Amici, non vi lasciate ingannare. Vi supplico in nome di Dio».

Ne emerge un Moro lontano dall’immaginario comune, che nella prigionia tocca un’infinita sfaccettatura di emozioni: dall’abbandono alla delusione, dalla rabbia all’invettiva fino alla collera.

A distanza di quarant’anni il destino di queste carte non è molto cambiato. Poche persone le hanno davvero lette, molti hanno scelto di dimenticarle.

I corpi a cui non riusciamo a dare degna sepoltura tornano però periodicamente a far sentire la propria voce: le lettere e il memoriale sono oggi due presenze fantasmatiche, il corpo di Moro è lo spettro che ancora occupa il palcoscenico della nostra storia di ombre.

Quello di Gifuni è un lavoro di memoria, storica ed emotiva: non interpreta ma si fa abitare dalle parole in un tesissimo corpo a corpo con il testo e con il pubblico, a cui è impossibile sottrarsi.

Fabrizio Gifuni è uno degli attori più affermati del panorama italiano, teatrale e cinematografico.

È ideatore e interprete di numerosi spettacoli fra i quali il pluripremiato progetto Gadda e Pasolini, antibiografia di una nazione, Premio Ubu nel 2010 come miglior spettacolo e miglior attore dell’anno per L’Ingegner Gadda va alla guerra, con la regia di Giuseppe Bertolucci.

Nelle ultime stagioni è stato protagonista al Piccolo di Milano della Lehman Trilogy, ultimo capolavoro di Luca Ronconi e di Freud ovvero l’interpretazione dei sogni, per la regia di Federico Tiezzi.

Ha concentrato negli anni la sua attenzione su un’idea di ‘rapporto vivo’ con la lingua italiana. Autori della grande letteratura come Gadda, Pasolini, Testori, Pavese, Caproni, ma anche Dante, Manzoni, Camus o Cortazar sono stati alcuni dei suoi banchi di prova.

Al cinema e in televisione – circa quaranta i titoli – è stato diretto, fra gli altri, da Gianni Amelio, Marco Tullio Giordana, Liliana Cavani, Edoardo Winspeare, Paolo Virzì, Daniele Vicari, Pupi Avati e Marco Bellocchio. Rivelazione europea al Festival di Berlino e Globo d’oro della stampa estera nel 2002, tre volte Nastro d’argento (2003, 2014 e 2018), Premio Gianmaria Volonté nel 2012. Nel 2014 riceve il David di Donatello per il film Il capitale umano.

Prossime date nei teatri ERT:

9 – 10 febbraio 2022, Teatro Arena del Sole – Bologna

Informazioni

Teatro Bonci, Piazza Guidazzi – Cesena

Biglietteria da lunedì a sabato dalle 10.00 alle 14.00 esclusi festivi; nei giorni di rappresentazione aperta anche dalle ore 17.00 alle 19.00, poi dalle ore 20.00 fino ad inizio spettacolo. Le domeniche di rappresentazione diurna aperta dalle ore 14.30.

info@teatrobonci.it | cesena.emiliaromagnateatro.com | www.vivaticket.it

Biglietti da 26 a 8 euro.

Fino al 31 marzo 2022, come definito nel DL del 24/12/2021 n.221, l’ingresso a teatro per assistere agli spettacoli è consentito solo con mascherina FFP2 e con Green Pass rafforzato.

All’ingresso il personale di sala incaricato chiederà di mostrare il QR code digitale o cartaceo, oltre che di indossare la mascherina. Per i minori di 12 anni non è previsto l’obbligo del Green Pass.

 

 

Più informazioni su