Imprese, dal Fondo per lo Sviluppo nel comprensorio forlivese 211 operazioni per quasi 41 milioni

Ha funzionato lo strumento promosso da Comune, Camera di commercio e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, per fornire una "controgaranzia" con cui facilitare l'accesso al credito: ora si pensa al bis, incrementandolo

Più informazioni su

Si sta rivelando uno strumento “agile, efficace e che costa poco” il Fondo per lo sviluppo promosso a fine 2013 da Comune di Forlì, Camera di commercio di Forlì-Cesena e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, per fornire una “controgaranzia” con cui facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese del comprensorio forlivese e di quelli di Bagno di Romagna e Verghereto. E contrastare così il credit crunch. 

Con una dotazione di 1,3 milioni di euro, fa il punto con la stampa il presidente della Cciaa, Alberto Zambianchi (“uno dalla Fondazione, 200.000 euro dal Comune e 100.000 dall’Ente camerale”), il Fondo ha mosso dall’avvio nel marzo 2014 al 30 settembre scorso 211 operazioni, di cui 34 concluse, per quasi 41 milioni di euro. Insomma “le cose hanno funzionato”.

Come confermano i circa 12,8 milioni di garanzie iniziali concesse dalla cooperative di garanzia e i 6,4 di controgaranzie iniziali concesse o in fase di erogazione. Il Fondo ha durata quinquennale e sostiene l’accesso al credito delle imprese attraverso operazioni di controgaranzia del 50% in favore dei Confidi che garantiscono in primo grado i finanziamenti richiesti. Più nello specifico, prosegue Zambianchi, il 48,5% delle operazioni riguarda imprese industriali, il 33,2% il commercio e il turismo, quasi il 10% l’agricoltura, oltre il 6% la cooperazione e il 2,6% l’artigianato.
Ancora: nel 51,6% dei casi si tratta di operazioni di liquidità, al 14% di acquisto scorte, all’8,5% per consolidare o ristrutturare l’impresa, al 5% per avvio o sviluppo e al 21% per investimenti. La maggior parte delle operazioni, il 44%, ha una durata di un anno, seguita da quelle tra 48 e 60 mesi, 35%; tra 12 e 18 mesi, 11%; tra 18 e 36, 4,8%; tra 36 e 48, 4,4%. 

In futuro, promette il presidente della Cciaa, “ci saranno altre operazioni virtuose e aggiorneremeno questa”, perché “sugli affidamenti bancari i numeri restano non favorevoli”, con un tasso di insolvenza al 25%. La dotazione attuale del fondo è tale, aggiunge il presidente della Fondazione Roberto Pinza, da non richiedere di essere aumentata: “C’è ancora margine, vediamo strada facendo”. Di certo la scelta di puntare sulle garanzie piuttosto che sugli interessi, con una iniziativa pressoché unica, ha pagato: tra le oltre 200 operazioni c’è una sola insolvenza. “A Forlì – conclude – ci sono molte iniziative che da altre parti non si fanno”.

Soddisfatte anche le associazioni di categoria, mentre il vicesindaco Lubiano Montaguti sottolinea l’effetto moltiplicatore dell’operazione con con 1,3 milioni di euro ne ha mossi 40. Qui, aggiunge, “sappiamo giocare di squadra perché c’è un sistema di relazioni positivo” e il Comune va a stimolare l’economia agendo su tre fronti: edilizia pubblica, come il campus universitario; quella scolastica, con un Piano decennale che prevede anche nuove realizzazioni; progettazione europea, come il recupero dell’ex asilo Santarelli.
“Dobbiamo avere pensieri lunghi” e fondamentale è insegnare il lavoro e l’impresa in tutti i livelli scolastici. Da qui, annuncia il vicesindaco, la proposta di un accordo di programma sui nuovi istituti comprensivi per educare proprio al mondo del lavoro e dell’impresa, con l’auspicio che sia sottoscritto da Fondazione e Cciaa. 

Più informazioni su