Imprese: tra Forlì, Cesena e Rimini una ogni dieci abitanti, oltre 82mila registrate a fine 2016

I dati della neonata Camera di commercio della Romagna: 5.400 sono giovanili. Il presidente Moretti: "Pronti a collaborare con università, Regione e associazioni di categoria"

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Agricoltura e pesca tirano la volata a manifatturiero e terziario tra le imprese delle province romagnole di Forlì-Cesena e Rimini. Infatti, secondo i dati della neonata Camera di commercio della Romagna, che tiene appunto insieme i due territori, si realizza “un mix produttivo composito nel quale alla rilevanza di un solido posizionamento nel settore primario, agricoltura e pesca, e secondario, manifattura, si affianca lo sviluppo del terziario tradizionale e avanzato, commercio, turismo e servizi”. 

Complessivamente a fine 2016 sono quasi 100.000 le localizzazioni di impresa, di cui oltre 88.300 attive. Oltre 82.000 sono imprese registrate, di cui piu’ di 71.700 attive. Piu’ nel dettaglio sono 12.400 le societa’ di capitale attive; 15.187 le imprese femminili; 7.202 quelle straniere; 5.403 le giovanili; alle quali si aggiungono 140 start up innovative. Numeri che si traducono in 98 imprese attive ogni 1.000 abitanti, rispetto a 92 registrate a livello regionale e 85 a livello nazionale.

Si tratta, sottolinea il presidente della Camera di commercio della Romagna, Fabrizio Moretti, di “un sistema imprenditoriale che ha dimostrato negli ultimi anni di crisi una capacita’ di reazione forte e determinata e che sta facendo rilevare un progressivo rallentamento della diminuzione delle imprese attive”. La dinamica, con un calo dello 0,7% e’ in linea con la media regionale. Tra i settori piu’ significativi in termini di numerosita’ di imprese, il commercio, che costituisce circa il 28% delle imprese attive, registra una flessione dello 0,6%. Ancora “significativo” il calo nell’edilizia, dell’1,8%, con il settore a rappresentare il 17% del totale. Seguono per incidenza “Alloggio e ristorazione”, 12% e calo dello 0,7%; il manifatturiero, 10% e 1,6%; le attivita’ immobiliari, 8,7% e calo di imprese del 2%; stazionarie le altre attivita’ di servizi. 

In controtendenza i micro comparti come fornitura di energia; servizi di noleggio; agenzie viaggio e supporto; istruzione, sanita’ e assistenza sociale; attivita’ professionali, finanziarie e di assicurazione; servizi di informazione e comunicazione. Per quanto riguarda l’agricoltura, il comparto rappresenta il 13% delle imprese, che sono diminuite dell’1,7%. I dati dicono inoltre che al netto del settore agricolo, le societa’ di capitale costituiscono il 19,6% del totale, le societa’ di persone il 25,1%, le ditte individuali il 52,9% e le “altre forme giuridiche” il 2,5%. In termini di numerosita’, assumono particolare rilievo le imprese attive artigiane, 21.944, e quelle cooperative, 850. Le piccole e medie imprese, infine, costituiscono il 93,6% delle imprese e svolgono un “ruolo significativo” nella creazione dei valori e della ricchezza. “La cifra distintiva di questo tessuto imprenditoriale – sottolinea Moretti – e’ rappresentata quindi dalla ricchezza delle opportunita’ e dalla vivacita’ di aree di sviluppo innovative; un patrimonio che i nostri imprenditori hanno saputo creare con il loro impegno e la loro determinazione all’interno di sistemi territoriali virtuosi”. In questa prospettiva la Camera di commercio della Romagna vuole essere “un attore e uno strumento fondamentale per realizzare un ecosistema economico e sociale sempre piu’ attrattivo, competitivo e innovativo”. Sono infatti diversi i progetti e le iniziative in campo da tanti anni e che si intende “ulteriormente valorizzare, svolgendo attivita’ di formazione, assistenza, consulenza per le imprese, in collaborazione con i principali attori dei territori e, in particolare, con la Regione, i campus universitari e le associazioni di categoria”.

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