Ecco il ‘Passaporto del benessere’ a Cesena per la salute dei dipendenti

Sei aziende (Amadori, Consorzio agrario adriatico, Formula servizi, Orogel, Sfir e Hera) si alleano per stili di vita e territorio sani

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Alla salute dei dipendenti ci pensano le aziende. Con l’obiettivo di creare in Romagna una “blue zone”, un territorio caratterizzato dalla longevita’ e dalla buona salute dei suoi residenti. Sono sei aziende attive nel cesenate le protagoniste dell’iniziativa: Amadori, Consorzio agrario adriatico, Formula servizi, Orogel, Sfir e Hera, riunitesi nel consorzio S2a, salute, sanita’, alimentazione, ambiente. 

Con l’obiettivo di «intervenire a favore dei cittadini, educandoli a uno stile di vita corretto e, al contempo, lavorando per migliorare la qualita’ dell’ambiente in cui vivono». Tra le iniziative il “Passaporto del benessere”, un sistema di monitoraggio della salute messo a punto dal comitato scientifico del Consorzio, composto da docenti e ricercatori universitari degli atenei di Bologna e Ferrara e dell’Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori, Irst. Attraverso test, misure ed analisi, i dipendenti delle aziende consorziate che lo desiderano potranno costantemente avere sotto controllo le diverse aree che concorrono alla creazione di uno status di benessere ottimale. Accessibile e consultabile grazie a una app, il passaporto evidenziera’ le eventuali criticita’ della salute del suo proprietario.

Sul fronte dell’ambiente, il Consorzio, partendo dal principio della fontana di Broad Sreet a Londra, da cui, nel 1854, John Snow comprese il meccanismo della diffusione del colera, sta mettendo a punto una serie di iniziative che hanno come denominatore comune il monitoraggio della qualita’ dell’acqua e dell’aria. L’ultimo step di questa fase sara’ composta da specifiche azioni, individuate volta per volta, per ridurre emissioni nocive e consumi energetici. Come spiega il Consorzio, «il mondo sta cambiando e presto avremo delle ‘nuove’ citta’ in cui i rifiuti saranno ridotti e, comunque, recuperati, le energie saranno prodotte in larga parte da fonti rinnovabili e non saranno piu’ sprecate, l’alimentazione sara’ ridotta ma di qualita’ migliore e la salute si fondera’ su politiche di prevenzione piuttosto che di cura».

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