Al Macfrut di Rimini si faranno le previsioni europee sulla produzione di pesche e nettarine

L'appuntamento con un convegno internazionale è fissato per il 9 maggio, giornata di apertura della fiera

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Forse ci sarà da correre ai ripari, perché l’Italia non è più leader europeo nella produzione delle pesche. La Spagna, da un potenziale massimo attorno 1,2 milioni di tonnellate, oggi è in grado di produrre, così come avvenuto nel 2017, 1,5 milioni di tonnellate. L’Italia, a causa degli espianti che si sono avuti negli anni soprattutto nelle regioni del Nord, ha ridimensionato la propria offerta, passando da 1,7 milioni di tonnellate a circa 1,3 milioni di tonnellate. Della recente crisi peschicola si parlerà in un convegno internazionale organizzato per il 9 maggio nell’ambito della prima giornata del Macfrut alla Fiera di Rimini.

Riflettori mondiali sul settore peschicolo a Macfrut in programma dal 9 all’11 maggio al Rimini Expo Centre. Appuntamento nella giornata di apertura della Fiera (9 maggio) nel convegno che vedrà la presenza di esperti del settore dei grandi paesi produttori europei, in primis Italia, Spagna e Grecia. L’incontro sarà anche un momento di confronto insieme ad alcuni paesi emergenti del bacino del Mediterraneo, alla presenza anche della grande distribuzione europea. Nell’occasione saranno presentate le previsioni di produzione europee per il 2018. Non è casuale un incontro di questa caratura nella kermesse di Macfrut. Le pesche e le nettarine, infatti, rappresentano per l’Italia uno dei principali prodotti frutticoli, e con una produzione attorno a 1.360.000 tonnellate il nostro Paese si gioca il primato europeo con la Spagna.

Le pesche da consumo fresco con circa 590.000 tonnellate, hanno registrato un +10% sul 2016, le percoche con quasi 85.000 tonnellate, sono salite del 24%, mentre le nettarine si attestano con poco meno di 690.000 sul +5% rispetto all’anno scorso. In ogni caso l’offerta italiana di pesche nettarine, nonostante l’aumento rispetto all’anno precedente, si è posizionata sotto il 4% rispetto alla media degli ultimi anni, delineandosi così certamente non eccedentaria. A determinare il quadro negativo per l’Italia è la situazione al di fuori dei confini nazionali. Nel 2017 la produzione in Spagna è salita del 9% rispetto all’anno precedente, mentre la Francia si attestata sul +3%. Elevata la variazione percentuale per la Grecia +53% rispetto alle produzioni particolarmente deficitarie del 2016. Nel complesso dei principali paesi europei l’offerta 2017 prevista superava del 16% la disponibilità dell’anno precedente.

Se si analizzano le produzioni europee dal 2000 ad oggi, soprattutto quelle degli anni caratterizzati da grosse crisi della peschicoltura come il biennio 2004-2005, ci accorgiamo che la produzione europea di pesche, percoche e nettarine si era avvicinata ai 4 milioni di tonnellate. Successivamente l’offerta europea si è aggirata mediamente sui 3,6 milioni di tonnellate, con punte di minimo sui 3,4 milioni di tonnellate, come il 2016. Nel 2017, per la prima volta dal 2007, sono state toccate quota 3.9 milioni di tonnellate, con le pesche e le nettarine, escluse le percoche, pari a 3 milioni di tonnellate, contro i 2,9 milioni di tonnellate degli anni passati. In questa crescita, ha giocato un ruolo importante la Spagna, che da un potenziale massimo attorno 1,2 milioni di tonnellate, oggi è in grado di produrre 1,5 milioni di tonnellate. Continua infatti la forte ascesa soprattutto delle pesche piatte che oggi rappresentano il 50% delle pesche totali spagnole. Parallelamente l’Italia, a causa degli espianti che si sono avuti negli anni soprattutto nelle regioni del Nord, ha ridimensionato la propria offerta, passando da 1,7 milioni di tonnellate a circa 1,3 milioni di tonnellate. Questo è il nodo che sta alla base della recente crisi peschicola, che ha interessato tutta l’Europa. Questi temi saranno oggetto di riflessione nel convegno peschicolo, che vedrà incentrata la discussione sulle tendenze produttive in atto nella campagna 2018. Poter disporre di dati previsionali in anticipo rispetto alla raccolta diventa per questo prodotto indispensabile per poter poi mettere in atto le strategie correttive che eventualmente si andranno a delineare.

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