Energie rinnovabili. Holding romagnola “si quota” grazie all’equity crowdfunding on line

Fenice Invest S.p.A., PMI innovativa che gestisce 13 impianti già attivi di produzione di energia rinnovabile distribuiti tra Romagna e Toscana, punta sulla raccolta dal basso per acquisire nuovi impianti

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Investire nelle energie rinnovabili comporta sempre un rischio legato alla produzione del singolo impianto. Per risolvere questo problema, un gruppo di imprenditori romagnoli ha scelto di creare una piccola holding, gestita da un team con esperienza nel settore, che andasse ad effettuare investimenti per acquisire quote di impianti di diverse tecnologie (fotovoltaico, eolico, biomasse e idroelettrico) tra Emilia-Romagna e Toscana. Visto che la realtà ha dimostrato le proprie capacità, i soci attuali hanno deciso di raccogliere ulteriori capitali per acquisire nuovi impianti di piccola taglia, che spesso vengono ignorati dai grandi investitori, ma che garantiscono rendimenti comunque interessanti.

Investire in grandi portafogli di impianti di produzione di energia rinnovabile è già possibile attraverso alcuni fondi di investimento, che però hanno tipicamente un taglio minimo di investimento pari a decine di migliaia di euro, di conseguenza moltissimi piccoli risparmiatori restano tagliati fuori. Fenice Invest S.p.A. ha deciso di proporsi anche a questi investitori, sfruttando la finanza innovativa e in particolare modo l’equity crowdfunding. L’impresa romagnola punta quindi a raccogliere 150.000 euro online da investitori che potranno partecipare alla raccolta pubblicata sulla piattaforma italiana WeAreStarting con soli 1.000 euro. 

Il rendimento netto previsto dal business plan della società, sulla base anche dei risultati storici, è mediamente superiore al 7% per i prossimi anni. Inoltre, la società è iscritta al registro delle PMI innovative, quindi gli investitori della campagna di equity crowdfunding potranno contare su un beneficio fiscale pari al 30-40% dell’importo investito (detrazione IRPEF per le persone e deduzione IRES per le società).

La società ha previsto che gli investitori che entreranno a far parte della holding tramite questo canale saranno privilegiati al momento della distribuzione degli utili: è stato infatti previsto nello statuto societario che il rendimento annuo minimo garantito per il capitale raccolto con equity crowdfunding sia minimo del 2,5% lordo. Si tratta di un esperimento interessante che va incontro a tutti coloro i quali vedono l’equity crowdfunding come uno strumento per accedere a opportunità di investimento a minor rischio rispetto ai classici business tecnologici che hanno caratterizzato i primi anni di attività di questo strumento, introdotto in Italia nel 2013. 

«Questo round di equity crowdfunding è solo il primo passo verso la creazione di un canale di finanziamento per la nostra holding, infatti intendiamo lanciare ulteriori raccolte in futuro e tutte rappresenteranno una buona opportunità di investimento, ma le condizioni offerte dalla campagna che apre oggi sono particolarmente vantaggiose in quanto in futuro la valutazione attribuita alla società sarà maggiore», spiega Mauro Gorini, alla guida di Fenice Invest dalla costituzione nel 2002.

«Siamo orgogliosi di poter ospitare il progetto di una realtà che presenta due delle caratteristiche che più ci piacciono nelle società che valutiamo: un piano economico-finanziario che delinei una redditività abbastanza prevedibile e un impatto positivo sull’ambiente», commenta Carlo Allevi, operations manager del portale WeAreStarting.it che negli ultimi anni si è fatto notare per le sue proposte green.

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