Cooperative sociali dell’Emilia-Romagna ricordano i 30 anni della legge che ne ha riconosciuto il ruolo. Un milione di persone ne utilizzano i servizi

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Con un milione di persone che ne utilizzano i servizi, oltre 700 imprese aderenti alle tre centrali cooperative (Legacoop, Confcooperative, Agci), 62.000 occupate e occupati, 97.000 tra socie e soci e due miliardi e 400 milioni di euro di volume d’affari, a cinquant’anni dalla loro nascita e a trenta dalla legge che ne ha riconosciuto ruolo e funzioni, “le cooperative sociali dell’Emilia-Romagna – è stato sottolineato durante un incontro con la stampa tenuto questa mattina presso la Fondazione Barberini a Bologna – confermano di essere uno snodo centrale del welfare regionale”.

“Dopo un decennio di forte crescita – ha ricordato Guido Caselli, direttore centro studi e vicesegretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna – la cooperazione sociale (nel campione sono comprese le cooperative non aderenti alle tre Centrali, ndr) nel 2020 ha segnato un calo del fatturato dell’8 per cento e di quasi il 3 per cento dell’occupazione. I dati più recenti relativi al 2021 risentono ancora dell’impatto della pandemia, testimoniato dalla riduzione del numero delle cooperative e da un’occupazione che ancora non è tornata ai valori precedenti”.

“La cooperazione sociale ha reagito molto bene ai problemi derivanti dalla diffusione del coronavirus – ha detto il responsabile regionale e vicepresidente nazionale di Legacoopsociali Alberto Alberani – limitando i danni e costituendo un presidio fondamentale mantenendo attivi i servizi rivolti alle persone fragili, all’infanzia e, per quanto riguarda le cooperative di tipo B, restando operative in settori importanti, come quelli della sanificazione e igienizzazione ambientale”.

“Siamo molto grati alle socie e ai soci che, anche mettendo a rischio la propria salute, non hanno mai fatto mancare il sostegno e le cure alle persone che si affidano alle nostre cooperative – ha sottolineato Luca Dal Pozzo, presidente Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna –. Ora, assieme alla Regione e alle comunità locali, vogliamo sviluppare nuovi progetti, nuovi modi di operare frutto anche delle esperienze di questi difficili mesi in cui abbiamo dovuto imparare a convivere con il virus”.

“Dobbiamo affrontare nuove problematiche – ha osservato Emanuele Monaci, presidente AGCI Solidarietà Emilia-Romagna – come, ad esempio, la carenza di personale in alcuni servizi. Abbiamo fatto da tempo le nostre proposte a livello nazionale e a livello regionale per cercare di dare risposta a questo problema. Ci auguriamo che chi deve legiferare abbia piena consapevolezza dello sforzo che tutti insieme stiamo facendo e che stabilisca rapidamente nuove modalità di reclutamento del personale”.

Nella foto, da sinistra: Emanuele Monaci, Alberto Alberani, Guido Caselli, Luca Dal Pozzo

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