Lega Nord Valle del Savio, trasferire i richiedenti asilo dall’hotel di Alfero

Lo chiede Gianni Facciani, che suggerisce sia fatta pressione sulla Prefettura perché venga presa la decisione. La struttura è stata messa in vendita: in questo momento sono 26 le persone che vi alloggiano

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“Stupisce il tono strappalacrime con cui viene affrontato il tema dei richiedenti asilo alloggiati a Alfero, in un hotel che potrebbe essere venduto, secondo quanto riferiscono i titolari, e quindi non più utilizzabile dalla cooperativa che ha preso in gestione la struttura, al costo di circa 25.000 euro all’anno, per ospitare gli stranieri”. Lo afferma Gianni Facciani, responsabile della Lega Nord della Valle del Savio.

“Il problema, infatti, – spiega Facciani – deve essere valutato con pragmatismo, nei suoi aspetti concreti che riguardano, in primo luogo, i tempi troppo dilatati di permanenza di queste 26 persone nel nostro territorio. Non è dato di sapere, infatti, se gli stranieri abbiano diritto o meno di rimanere in Italia o se siano immigrati economici, e quindi di fatto clandestini, come la maggior parte di quelli che sono in Italia mantenuti a spese pubbliche. La stragrande maggioranza di queste persone, infatti, non solo non ha nulla da temere nella patria di origine, ma, partendo, con l’obiettivo di trovare un improbabile ‘paese dei balocchi’, questi stranieri sottraggono risorse importanti umane e lavorative al loro paese. Come ci ricorda l’articolo, infatti, si tratta di giovani in forze, sotto i trenta anni, che da circa due anni mangiano e bevono grazie alla diaria che lo Stato fornisce alla cooperativa. Una cifra di tutto rispetto, che si aggira intorno ai 700.000 euro, considerando che ognuno di loro comporta un costo medio di circa 35 euro al giorno. Né possiamo essere d’accordo sul loro coinvolgimento in attività di pubblica utilità, soprattutto se questi lavori possono essere svolti da disoccupati italiani dietro la corresponsione di un piccolo compenso. L’unica strada, in caso l’albergo fosse venduto, è quella di fare pressioni sulla Prefettura perché questi stranieri siano trasferiti altrove in attesa, speriamo la più breve possibile, di conoscere l’esito della loro richiesta di asilo. Auspicando che, in caso non la ottengano, come plausibile, non facciano ricorso, come spesso viene suggerito loro, a spese nostre, con il rischio di doverli mantenere ancora per anni o che si facciano di nebbia, andando ad ingrossare le fila di clandestini fantasma sul nostro territorio”.

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