Quoziente famiglia: al lavoro per migliorare il sistema tariffario per servizi a domanda individuale

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Il Comune di Cesena è al lavoro per migliorare e perfezionare il sistema tariffario per i servizi a domanda individuale. Dal settembre scorso su questo tema è stato avviato un confronto all’interno del il “Tavolo tecnico-politico Quoziente famiglia”, a partire da una proposta avanzata dall’Associazione famiglie italiane, sulla quale l’Amministrazione comunale ha chiesto un parere all’Inps. 

Ieri mattina si è svolta una nuova riunione del Tavolo, nel corso della quale è stata resa nota la risposta dell’Inps ed è stato esaminato un nuovo documento inviato dall’Afi. A renderlo noto il Sindaco Paolo Lucchi e l’Assessore ai Servizi per le Persone Simona Benedetti in una lettera inviata al termine della riunione a tutti i consiglieri comunali per aggiornarli sul percorso intrapreso e informarli sui prossimi passi in programma.

Di seguito il testo integrale della lettera:

“Lo scorso 13 settembre si è riunito per la prima volta il “Tavolo tecnico-politico Quoziente famiglia”, istituito con deliberazione C.C. n. 107/2015. L’obiettivo affidato al tavolo è quello di valutare e verificare l’attuazione di misure ulteriori a sostegno del reddito familiare, rispetto a quanto già avviato dall’Amministrazione comunale – ed identificato fino ad oggi come “quoziente Cesena” – con riferimento all’utilizzo dell’isee, che ha reso possibile il calcolo diversificato del costo dei servizi a domanda individuale. In particolare i trasporti scolastici, i servizi educativi per la prima infanzia e alcuni dei servizi socio-assistenziali compatibili.

In occasione della riunione suddetta, il confronto fra gli amministratori, i dirigenti e gli esperti nominati dal Consiglio comunale ha evidenziato l’opportunità di sperimentare anche a Cesena forme di quoziente familiare in grado di perfezionare lo strumento dell’isee (e conseguentemente il “quoziente Cesena”), con la precisa finalità di valorizzare condizioni di particolare vulnerabilità interne ad ogni nucleo familiare, ad oggi solo in parte riconosciute dalla scala di equivalenza e dalle franchigie previste dalla normativa isee. Sul piano politico-programmatorio, l’obiettivo ci è parso immediatamente condivisibile. L’esperienza, in particolare, è già in corso nel Comune di Castelnuovo del Garda (13.200 abitanti, provincia di Verona), che è stato contattato per verificare in maniera più puntuale l’applicazione del sistema indicato.

La verifica di compatibilità tecnica avviata dagli uffici comunali a seguito della prima riunione del tavolo, ha evidenziato fin da subito una particolare complessità del tema, in quanto con il DPCM 153/2013 lo strumento isee ha assunto carattere di livello essenziale di assistenza e pertanto deve essere applicato in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Anche le deroghe ammesse all’art. 2 del DPCM medesimo non chiariscono in merito alla possibilità di riconoscere la piena legittimità di forme di quoziente familiare che intervengano sull’applicazione dello strumento medesimo. In relazione a ciò, tenuto conto dell’interesse evidenziato da un voto unanime del Consiglio comunale, l’Amministrazione ha richiesto all’INPS nazionale (istituzione deputata all’applicazione della normativa isee) un parere in merito alla legittimità per l’ente locale di erogare prestazioni sociali agevolate, utilizzando lo strumento isee in parte modificato rispetto a quanto indicato dal DPCM 153/2013.

In data 19 dicembre 2016, l’Amministrazione ha condiviso con il “Tavolo tecnico-politico Quoziente famiglia”, convocato dalla Presidenza del Consiglio comunale, la risposta al quesito posto, pervenuta da parte della Dottoressa Carmeliana Franzese, Dirigente prestazioni di sostegno al reddito familiare, isee e gestione convenzione isee con i caf di INPS nazionale, che di seguito si riporta integralmente: “Con riferimento al quesito in oggetto, faccio presente che l’art. 2 prevede che l’ISEE sia uno strumento di valutazione, secondo criteri unificati, della situazione economica dei soggetti che richiedono prestazioni sociali agevolate. In sostanza, la norma non consente di prescindere dall’ISEE ai fini di detta valutazione e neppure autorizza ad effettuare un calcolo differente rispetto a criteri che, per esigenze di equità, devono essere applicati uniformemente sul territorio nazionale. Certamente, l’art. 2 consente all’ente erogatore di individuare ulteriori criteri di selezione (ad esempio, la residenza nel Comune per un certo numero di anni etc.), volti ad individuare specifiche platee di beneficiari. 

Detti criteri, tuttavia, non possono incidere sulla rilevanza dell’ISEE quale unico strumento di valutazione della condizione economica del beneficiario della prestazione”. Nella medesima riunione, il tavolo si è confrontato su un documento inviato nella serata di ieri dall’associazione nazionale AFI, i cui rappresentanti erano impossibilitati a partecipare ai lavori odierni. La nota, ampia ed esaustiva, chiarisce quanto già proposto più informalmente al tavolo dall’associazione sul “fattore famiglia” (afferibile anche all’esperienza di Castelnuovo del Garda), ovvero un progetto di integrazione dell’isee, per una migliore distribuzione delle risorse, in base alla composizione della famiglia, con una specifica più tecnica sull’applicazione del medesimo e sulla composizione della scala di equivalenza proposta. L’analisi scaturita dal tavolo tenutosi in mattinata ha stabilito che il contenuto della nota AFI potrebbe certamente rappresentare lo strumento utile al fine dell’assunzione di ulteriori misure a sostegno della famiglia, da parte dell’Amministrazione comunale di Cesena.

Per questo, anche valutando il confronto aperto dal Comune con l’ente preposto e il parere già pervenuto, in considerazione della delicatezza del tema e degli atti amministrativi da assumere, al termine dei lavori, il Presidente del Consiglio comunale, con la finalità di acquisire riscontro in merito alla piena legittimità del metodo, sgombrando il campo da ogni dubbio interpretativo, ha evidenziato ad AFI l’opportunità di richiedere ad INPS parere formale circa la proposta inviataci. Si informano, infine, i consiglieri comunali che i componenti del “Tavolo tecnico-politico Quoziente famiglia” hanno riconfermato la volontà di perfezionare e migliorare il sistema tariffario oggi in vigore a Cesena per i servizi a domanda individuale, riservandosi di richiedere ulteriori (ed auspicabilmente definitivi) approfondimenti sulla legittimità giuridica delle misure da assumere e proposte dall’associazione AFI, da parte degli enti preposti (ad iniziare dall’INPS). In attesa dei pareri richiesti, si anticipa la convocazione di una nuova riunione per il mese di gennaio, in cui auspichiamo di poter condividere strumenti operativi che siano legittimamente utili al raggiungimento degli obiettivi posti.”

L’Assessore ai servizi per le persone Simona Benedetti

Il Sindaco Paolo Lucchi

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