La Lega chiede un’Unione Europea diversa. Morrone: “Deve essere più attenta e più vicina ai popoli”

Al convegno del Movimento Federalista il segretario della Lega Nord Romagna avverte che "l'Europa sta perdendo identita’; puntiamo alla diversità delle nazioni, alla loro cultura e ai loro costumi"

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Intervenendo al 28esimo Congresso del Centro regionale Emilia-Romagna del Movimento federalista europeo, a Cesena, Jacopo Morrone, segretario della Lega Nord Romagna ha chiesto “un’Europa più democratica, dove non contino solo gli interessi di banche e di multinazionali e di alcuni Stati a discapito di altri. Non tolleriamo la miopia dell’euroburocrazia, servile nei confronti dei gruppi di pressione più forti e potenti, né le dichiarazioni dei vertici europei lontani mille anni luce dai popoli”.

“Non siamo contro l’Europa, ma puntiamo a un’Europa diversa, più attenta e più vicina ai popoli, alla diversità delle nazioni che la compongono, alla loro cultura e ai loro costumi. Un’Europa più democratica, dove non contino solo gli interessi di banche e di multinazionali e di alcuni Stati a discapito di altri. Non tolleriamo la miopia dell’euroburocrazia, servile nei confronti dei gruppi di pressione più forti e potenti, né le dichiarazioni dei vertici europei lontani mille anni luce dai popoli”. Lo ha dichiarato Jacopo Morrone, segretario della Lega Nord Romagna, intervenendo al 28esimo Congresso del Centro regionale Emilia-Romagna del Movimento federalista europeo, a Cesena.

“E contestiamo anche la politica di appeasement che questa Europa sta tenendo nei confronti delle pressioni immigrazioniste e dell’Islam politico militante – ha detto tra l’altro Morrone – , con il preoccupante quadro della sua penetrazione all’interno delle istituzioni democratiche europee grazie al progressivo mutamento demografico in atto, al pianificato incessante processo di immigrazione e al patto irresponsabile stretto con i partiti della sinistre europee. La Lega crede che sia il momento di prendere posizione e di affrontare subito i problemi che hanno condotto a questa disaffezione endemica nei confronti delle istituzioni europee. Noi puntiamo a un’Europa dei popoli, un’Europa fiera della propria civiltà, che accoglie, ma ponendo paletti e regole precise. Senza chiarezza e accordi su queste questioni, su come risolvere il problema di un sistema devitalizzato e senza identità, con amministratori imbevuti di ideologie perdenti e poco lungimiranti, l’Europa che noi conosciamo è destinata a un futuro molto incerto”.

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