Festa nazionale dell’Unità di Ravenna: la base del Pd dice sì al governo giallo-rosso

Nel giorno che vede la nascita del nuovo governo giallo-rosso M5S-Pd a guida Giuseppe Conte siamo andati alla Festa nazionale dell’Unità di Ravenna per capire che aria tira e che cosa ne pensano i militanti, i volontari, i simpatizzanti, gli elettori. Perché ormai non ci sono più dubbi: dopo il Sì uscito sulla piattaforma Rousseau non ci sono più ostacoli, il governo si fa, escono i nomi dei ministri e si prepara il dibattito con il conseguente voto parlamentare sul Conte 2. È solo questione di ore. Grillini e Democratici dopo anni in cui se ne sono dette di tutti i colori ora fanno un governo insieme. Cosa ne pensa dunque la mitica base? Se volessimo riassumere con una formula, potremmo dire che la base approva pur con tanti dubbi e riserve. Approva perché non c’era altra soluzione. Perchè dietro l’angolo c’è Salvini ed è un’ipotesi che proprio non piace, per usare un eufemismo, al popolo della sinistra.

Partiamo dalla porta d’ingresso della Festa nazionale dove troviamo Abele e Vinicio che fanno i volontari dell’offerta libera. Abele ha 84 anni, portati benissimo, e naturalmente è pensionato. Le idee sono molto chiare, malgrado una certa ritrosia. “Io spero che il governo giallo-rosso vada bene. – dice Abele – Non ho un particolare entusiasmo e penso che questa esperienza presenti diversi rischi. Credo che il governo ora debba risolvere una serie di problemi urgenti e molto importanti degli italiani.” Si fida del M5S? Mi guarda dubbioso e poi dice: “Non so. Spero che abbiano la seria volontà di affrontare i problemi dell’Italia.”

Parla la base
Parla la base

 

L’incipit è timido e freddino. Vinicio, anche lui pensionato, ha 63 anni e risponde più deciso: “Un governo ci vuole, è necessario all’Italia. La situazione di stallo non avrebbe fatto bene soprattutto all’economia, ci sono delle clausole di salvaguardia che rischiano di scattare, non si può scherzare con queste cose. Il paese è messo male e un governo andava fatto per fare fronte a questa situazione. Per me questo governo è l’unica soluzione possibile, il voto anticipato invece non avrebbe risolto nulla.” Si fida del M5S? Vinicio sorride e dice: “Mi fido il giusto, con riserva. Comunque era giusto provarci.” Il Pd rimarrà unito? “Se vogliono possono restare uniti; – risponde – i dirigenti devono mettere da parte orgoglio e ambizioni personali. Non solo lo possono fare, lo debbono fare.”

Nicola, 28 anni, fa il volontario a un banchetto con la bandiera dell’Europa. “Il governo giallo-rosso? Io dico che era ora, perchè un altro anno con Salvini non lo voglio più vivere.” Che cosa si aspetta, chiediamo. “Che il nuovo governo metta l’ecologia al primo posto” risponde. Durerà il nuovo governo? “Durerà” chiude laconico e deciso Nicola.

Parla la base

 

Al bar presso lo spazio grande dei dibattiti, la sala Benigno Zaccagnini, troviamo Andrea, Gino e Donatella. Andrea ha 70 anni ed è pensionato. “Ho fiducia che questo governo possa durare e possa fare cose buone” e poi aggiunge “non mi piace la Lega, mi fa paura chi vuole il potere parlando in nome del popolo. Anche Hitler fece lo stesso.”

Gino ha 68 anni e non si fa pregare a dire la sua: “Il governo di centro-destra non mi piaceva per nulla, ha creato tensione nel paese, ha trasmesso una forte negatività. Quindi è bene che quel governo sia caduto e se ne faccia uno nuovo.” Alla domanda se lui si fida dei Cinque Stelle risponde: “Spero abbiano maturato quella capacità di governo che prima non avevano.” Invece sulle cose da fare Gino dice: “Il governo deve darsi obiettivi concreti per risolvere i problemi delle persone: meno imposte sul lavoro, più investimenti per la scuola. Deve essere un governo per, non un governo contro. E finalmente, forse, con questo governo si faranno cose di sinistra.”

Parla la base
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Donatella, 61 anni, dichiara papale papale: “Di primo acchito non volevo saperne del M5S, però se questa alleanza è l’unico mezzo per sconfiggere la destra va bene così. Salvini mi fa paura, è una persona pericolosa. È giusto tentare, ma attenti a non calare le braghe” ammonisce. Sulla durata del governo Donatella ha molti dubbi, mentre sulla tenuta del Pd risponde: “Spero che il Pd regga, mi auguro che Renzi e Calenda non vogliamo spaccarlo. Proprio ora serve tanta coesione.”

A un tavolino, dopo un caffè, troviamo Maura, 66 anni, e Giuliana, 68 anni. Una è iscritta al Pd, l’altra simpatizzante. Sono molto in sintonia fra loro e hanno le idee chiare. “Siamo entusiaste. – esordiscono, per poi chiedermi di smorzare la frase – Anzi, no, siamo speranzose. Entusiaste è troppo.” Loro l’accordo con il M5S l’avrebbero tentato già dopo il 4 marzo 2018, quando Renzi disse no. L’alleanza con i Cinque Stelle è la strada per fermare la destra perchè “Salvini fa paura e poi dobbiamo restare in Europa.” Vi fidate dei Cinque Stelle? “Non tanto – rispondono – perchè hanno poca esperienza, hanno dimostrato di essere poco affidabili, sono delle banderuole. Però dobbiamo provarci.” Sulla tenuta del Pd nutrono dubbi soprattutto per quello che farà Renzi, che a loro non è mai piaciuto: “Troppo patacca”.

Parla la base

 

Giovanni e Carlo, entrambi 21 anni, sono studenti universitari. Sono favorevoli al governo giallo-rosso, con cautela. “Questo governo è una buona cosa; – dice Giovanni – non so se funzionerà, ma per provare a cambiare le cose bisogna essere lì a governare.” Che cosa si aspetta? “Che cambino i decreti sicurezza di Salvini e che ci sia una nuova politica per il lavoro.” Carlo sostiene che la centralità non deve essere data al tema dei migranti: “La centralità dovrebbe essere riservata alla lotta alla mafia e alla criminalità, questa è la vera emergenza. E poi servono investimenti nella scuola e nella sanità.”

Ada, 61 anni, sindacalista dice che è contenta perché aveva paura che si arrivasse all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica con la destra al potere. “La destra non conosce la Costituzione, non ha cultura istituzionale e questo mi preoccupa, anzi mi fa paura” dice. Che cosa si aspetta dal nuovo governo? “Che metta mano alle politiche del lavoro a partire dal Jobs act e dal Decreto dignità che non ha affatto eliminato la precarietà del lavoro.”

Infine chiudiamo questa carrellata con Cosimo, 53 anni, infermiere. “Del governo giallo-rosso io penso bene, secondo me era più strano il matrimonio di prima, quello giallo-verde.” Cosimo si fida dei Cinque Stelle un po’ di più di ieri “perchè hanno comunque fatto una esperienza di governo e fatto tesoro di ciò.” Sulle cose da fare non ha dubbi: “Il governo deve intervenire sulle questioni ambientali, creando nuovo lavoro.”

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