Ipazia Liberedonne: nel Consultorio di Cesena il 63% delle ostetriche obietta. Primato regionale…

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Ipazia Liberedonne, partecipando ad una mappatura sul fenomeno dell’obiezione di coscienza nella nostra Regione promossa da varie realtà femministe, ha scoperto che nel Consultorio di Cesena il 63% delle ostetriche obietta. Primato regionale.

In Italia l’obiezione di coscienza alla legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza-IGV non accenna a diminuire, un chiaro sabotaggio di questo diritto, che di fatto rende impossibile abortire in molte zone del Paese. Dai dati del Ministero della Salute l’obiezione tra i ginecologi nel 2004 era del 59%, mentre nel 2019 è salita ben al 67%. Una ricerca, in corso e non ancora ultimata, dell’associazione bolognese “Luca Coscioni” ha però appurato che ci sono in Italia 15 ospedali dove l’obiezione raggiunge il 100% e quindi questo diritto non viene garantito.

Per questo motivo Ipazia liberedonne ha partecipato a una mappatura sulla obiezione di coscienza in Emilia-Romagna promossa da varie realtà femministe inviando la richiesta a tutte le AUSL regionali di dati ufficiali riguardo l’obiezione di coscienza del personale medico e non medico nelle loro strutture sanitarie, ospedali e consultori.

L’elaborazione delle risposte ha fornito dati noti e altri sorprendenti, soprattutto per Cesena. All’ospedale Bufalini i ginecologi obiettori rappresentano il 47%, a fronte del 33% di Forlì, del 30% di Ravenna e del 53% di Rimini, che ci batte ! I dati di obiezione più bassi si riscontrano invece per anestesisti (36%), ostetriche (31%) ed infermieri/e (14%).

Nei consultori della regione ER, invece troviamo un dato sorprendente: nel consultorio di Cesena, obietta il 63% delle ostetriche, il primato regionale. Ma come è possibile che proprio nel consultorio, che è la prima struttura a cui ricorre la donna per chiedere il certificato per la IVG, questa sia accolta da ostetriche obiettrici?

Come si può condurre un colloquio e rispondere alle richieste di una donna essendo intimamente discordi con la scelta che chiede di fare? Come non perpetrare lo stigma per la scelta dell’interruzione volontaria di una gravidanza? Queste sono le domanda che ci siamo poste e che poniamo.

E proprio sul ruolo dei consultori vogliamo aprire con le strutture sanitarie locali un confronto e una discussione. La legge 194 del 1978 affidava ai consultori compiti ben precisi per una procreazione cosciente e responsabile che comprende anche la IVG perchè in certi casi una procreazione responsabile lo è anche se si sceglie la IVG e la prevenzione delle gravidanze indesiderate (Art.1), con le necessarie coperture finanziare.
Realtà ben diversa nel 2021. I finanziamenti sono in continua riduzione, consultori depotenziati o chiusi in molte zone, insufficienti, basti pensare che Cesena ha 1 solo consultorio per una popolazione di 97.000 abitanti.
E di educazione sessuale per le giovani generazioni non se ne parla più! Come si pensa in questo modo di corrispondere agli obiettivi della 194?
Se vogliamo fare veramente prevenzione occorre agire su educazione sessuale e contraccezione. Occorre che tutte le cittadine e tutti i cittadini siano informati e s’interessino a queste tematiche.
La salute e l’autodeterminazione delle donne non possono essere continuamente sotto attacco. L’IVG non può essere un percorso a ostacoli e l’obiezione di coscienza non può diventare una “questione di comodo”.

Ipazia Liberedonne

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