Ciclismo Giro d’Italia / Il grande giorno di Bagno di Romagna, per la prima volta in rosa

Oggi, mercoledì 17 maggio, la carovana del Giro approda nella cittadina termale, 25ª località della Romagna ad ospitare la grande corsa rosa. E domani si parte da Forlì, una delle più abituate al Giro d'Italia

Più informazioni su

La lunga attesa è finita. Oggi Bagno di Romagna corona il suo grande giorno, da mandare alla storia, ospitando per la prima volta il Giro d’Italia.

Con Dumoulin fresca maglia rosa e con i ciclisti italiani ancora alla ricerca del primo acuto, la carovana rosa lascia questa mattina Firenze, per la precisione Ponte a Ema, la cittadina dove è nato Gino Bartali, il ciclista “Giusto tra le nazioni” per aver contribuito a salvare dalla persecuzione nazista numerose famiglie ebree facendo il corriere in sella alla sua bici, la cui casa oggi è un museo del ciclismo, per approdare dopo 161 chilometri a dir poco nervosi, scanditi da 4 colli da scalare in sequenza senza tratti intermedi di pianura – Passo della Consuma, Passo della Calla, Passo del Carnaio e Monte Fumaiolo – a Bagno di Romagna, dopo aver “baciato” anche Santa Sofia, San Piero in Bagno, Riofreddo e Acquapartita.

Bagno di Romagna è la 25ª città della Romagna raggiunta dal Giro nella sua centenaria storia, a ribadire il feeling che esiste tra la corsa rosa e questa terra che trabocca di passione per le due ruote ciclistiche. Una passione che attraversa tutto il secolo, visto che la prima volta del Giro dalle nostre parti risale al 1914, al 5-6 maggio, con la penultima tappa di quel Giro L’Aquila-Lugo, vinta da Pierino Albini dopo 429 chilometri, e al 7 maggio, con l’ultima tappa, la Lugo-Milano di 420 km con il bis di Albini e la vittoria finale di Calzolari. Un Giro pionieristico, dalle tappe massacranti e interminabili, ma già all’epoca affascinante. La città di Baracca ha poi aspettato cent’anni prima di riavere il Giro, nel 2014 – il 18 maggio – con la partenza della Lugo-Sestola.

Storie uniche col Giro hanno avuto Castrocaro, Gatteo Mare, Riccione, Riolo Terme e Dozza, che hanno accolto la carovana e poi l’hanno vista ripartire il giorno dopo; ma anche Modigliana, Santarcangelo e Igea Marina, sede di partenza di una tappa, e Marina di Ravenna, Marina Romea e Monte Trebbio, sede di un arrivo. Sono andate poco più in là Predappio, Cattolica, Gabicce e Gabicce Mare, Imola, Bellaria e Cervia, mentre chi ha abbracciato più volte la corsa rosa sono Rimini (7 volte sede di arrivo e partenza, quattro volte sede di partenza e una volta punto di arrivo) e Forlì, sette volte sede di arrivo e partenza, una volta sede di partenza e due volte sede di arrivo.

Forlì che domani (giovedì 18 maggio) darà il via alla 12ª tappa, che porterà i corridori a Reggio Emilia dopo 229 chilometri quasi del tutto pianeggianti, con l’unica eccezione del Colle di Casaglia e del valico appenninico. Forlì che nell’ultimo decennio è diventata la città romagnola più in rosa, avendo ospitato il Giro nel 2006 (Busseto-Forlì) dopo un “silenzio” di 29 anni, nel 2008 (Forlì-Carpi), nel 2009 (Forlì-Faenza) e nel 2015 (Civitanova-Forlì e Forlì-Imola) e che replicherà a giugno con l’accoglienza al Giro d’Italia Under 23.

Nell’elenco delle città romagnole che hanno avuto il piacere e l’onore di accogliere il Giro vanno ricordate anche Cesenatico, Cesena, Ravenna e Riccione, mentre poco fuori dai nostri confini spicca San Marino che la corsa rosa ha visto arrivare in 13 occasioni.
Massimo Montanari

Più informazioni su