Diritti LGBT e unioni civili#SvegliatiItalia a Cesena: manifestazione insieme alle altre 72 piazze

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“L’Italia è ancora un paese privo di diritti per le coppie e le famiglie omosessuali, ultimo ormai tra i Paesi occidentali. Una situazione di disparità insopportabile da parte dei milioni di italiane e italiani che, pur pagando le stesse tasse, non godono degli stessi diritti – dice una nota dell’arcigay -.

Sono i vostri figli, le amiche dei vostri figli, i vostri colleghi di lavoro, le vostre insegnanti. Sono milioni di cittadine e cittadini che vengono apertamente discriminati tutti i giorni nell’indifferenza generale. Migliaia di giovani lasciano l’Italia in cerca di Paesi più accoglienti, son quelli che spesso vengono chiamati “cervelli in fuga”, in fuga da un Paese vissuto come ostile e inospitale. La reciproca assistenza in caso di malattia, la possibilità di decidere per il partner in caso di ricovero o di intervento sanitario urgente, il diritto di ereditare i beni del partner, la possibilità di subentrare nei contratti, la reversibilità della pensione, la condivisione degli obblighi e dei diritti del nucleo familiare, il pieno riconoscimento dei diritti per i bambini figli di due mamme o di due papà, sono solo alcuni dei diritti attualmente negati. La legge Cirinnà introduce anche riconoscimento e tutele per le famiglie di fatto eterosessuali, una lacuna decennale che darebbe finalmente diritti a oltre un milione di famiglie eterosessuali non sposate. Per cercare di arginare questo insopportabile deficit di diritti è in discussione al Parlamento una legge che istituisce le unioni civili, una legge ormai collaudata anche da decenni nel resto d’Europa. Si tratta di una legge minimale e frutto di molte mediazioni, ma certamente un primo passo per dare cittadinanza a quelle famiglie omosessuali esposte, come tutte le altre, alle già difficili intemperie della vita e della crisi economica. Famiglie prive della possibilità legale di tutelarsi a vicenda e di dotare i loro figli di diritti completi, la cosiddetta step-child adoption, che per le famiglie eterosessuali esiste già dall’83. Come dice il presidente del Senato Grasso, “significa prendersi cura del figlio del partner, ad esempio in caso di morte del genitore naturale. Più che un diritto, a me sembra un dovere”. Chi combatte contro le step-child adoption perciò vuole ridurre le tutele degli esseri più fragili, i bambini, e li strumentalizza per colpire noi con il solo risultato di distruggere la loro serenità e i loro diritti. Per sostenere il già travagliato percorso della legge sulle unioni civili e salvaguardarla da ulteriori svuotamenti le associazioni Arcigay, Agedo, Arcilesbica, Certi Diritti, Famiglie Arcobaleno e MIT hanno indetto una mobilitazione nazionale per il 23 gennaio, in vista della discussione in senato della legge”. La nota prosegue: “Le associazioni LGBT romagnole partecipano alla mobilitazione nazionale #SvegliatiItalia aggiungendosi alle altre 60 piazze con una serie di iniziative proprio nel cuore della Romagna, a Cesena. Gruppi oscurantisti che si ispirano a figure militaresche manifestano (anche in Romagna) contro la legge sulle unioni civili promossa dal PD e sostenuta da Matteo Renzi e da varie altre forze politiche come Sel e i 5 Stelle. Questi oscurantisti sostengono che non è l’amore a fare una famiglia ma la biologia in termini riproduttivi. Noi riteniamo invece che l’amore è il contesto fondamentale perché i figli crescano nel modo giusto, sani e pieni di dignità in un Paese che li riconosca. Un piccolo ma enorme tassello di bene comune che col quale anche noi, come ogni altra famiglia italiana, contribuiamo al benessere collettivo. E questo è proprio il tema del convegno “Unioni civili bene comune” organizzato con la collaborazione dei Giovani Democratici di Cesena presso la Sala del ridotto alle 17.30. Le iniziative partono però alle 15.30 dal piazzale antistante il Teatro Bonci, da dove un festoso corteo si sposterà verso piazza Giovanni Paolo II dove ci sarà un flash mob in cui faremo suonare centinaia di sveglie per “svegliare l’Italia” perché è ora dei diritti. Chiediamo l’adesione da parte di associazioni di tutta la Romagna, organizzazioni, ma anche da parte della politica che vuole cambiare davvero questo Paese, di personaggi pubblici e della società civile che non vuole più essere complice delle discriminazioni… È dovere del tessuto migliore della società e della cultura spingere questo Paese in avanti e insistere perché l’uguaglianza e la dignità siano patrimonio di tutti”.

Seguite gli aggiornamenti e mandate le adesioni su fb.com/SvegliatiRomagna e rimini@arcigay.it.

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