Romagna ai primi posti in Italia per longevità: la provincia di Rimini seconda con 84 anni di media

Nel report dell'Osservatorio nazionale della salute poco distanti Forlì-Cesena (83,573 anni) e Ravenna (83,521). Vice sindaco Lisi: "Merito anche della sanità che funziona. Le riforme degli ultimi anni stanno fornendo riscontri concreti"

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Le province della Romagna sono ai primi posti in Italia per longevita’. Su tutte spicca Rimini, sul secondo gradino del podio nazionale, con una media di 84 anni. Poco distanti Forli‘-Cesena, 83,573 anni, e Ravenna, 83,521. I dati emergono dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio nazionale della salute nelle regioni italiane e dimostrano, commenta il vicesindaco di Rimini, Gloria Lisi, “come anche i processi di riforma sanitaria, in atto negli ultimi anni, stiano fornendo riscontri concreti”. 

Piu’ nel dettaglio dei dati del report, un cittadino riminese che si reca all’ospedale Infermi ha il 30% in meno di probabilita’ di “decesso a 30 giorni dopo un episodio di infarto” rispetto al cittadino medio italiano; oppure ha il 48% in meno di probabilita’ di “decesso a 30 giorni dopo un episodio di infarto”, con esecuzione di angioplastica coronarica entro due giorni rispetto al cittadino medio italiano. E ancora ha il 36% in piu’ di probabilita’ di essere trattato con angioplastica coronarica entro due giorni dopo un episodio di infarto rispetto al cittadino medio italiano.

Rispetto alla cura del femore, il riminese ha il 16% in piu’ di probabilita’ di essere operato entro due giorni dopo un episodio di frattura. Inoltre ha il 36% in meno di probabilita’ di “decesso a 30 giorni” dopo un ricovero per insufficienza renale cronica. In Geriatria nel 2017 si contano oltre 1.400 ricoveri con degenza media di 11 giorni, in linea con le migliori realta’ cliniche. L’eta’ media dei ricoverati si attesta tra gli 84 e gli 85 anni, con una lieve prevalenza delle donne. Ci sono percorsi ad hoc per le principali patologie e anche per la presa in carico.

Dal 2008, poi, e’ attivo il “Noa”, nucleo operativo aziendale per la continuita’ assistenziale, un servizio pensato per l’assistenza domiciliare di persone che vengono dimesse dall’ospedale ma che hanno ancora bisogno di essere seguite. Senza dimenticare il servizio di telesoccorso-teleassistenza, che viene potenziato durante le emergenze meteoclimatiche grazie a una “mappa delle fragilita’”. numeri, conclude Lisi, che “testimoniano l’efficacia della scelta di dotare il nostro territorio di area vasta di un sistema di organizzazione sanitaria in grado di specializzare le risorse, portando eccellenze nei diversi ambiti sanitari a pochi chilometri da casa”

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