Le imprese di Forlì-Cesena più aperte all’export della media nazionale

Le imprese della provincia di Forlì-Cesena sono decisamente vocate all’export. Secondo i dati della direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo a livello regionale cresce del 7,7%, mentre quello provinciale dal 2008 al 2016 di oltre l’8%, soprattutto grazie alla cantieristica, agli articoli sportivi, alla chimica e alla metallurgia. 

Un buon contributo alla crescita, inoltre, è venuto dalle aree distrettuali presenti nella provincia che nello stesso periodo sono cresciute del 10%. Secondo lo studio, però, il contributo del canale estero «non è sufficiente per ridare slancio all’economia della regione. È infatti cruciale la spinta del canale interno e, soprattutto, degli investimenti».

E qui entra in campo la sfida del digitale. Nel 2016 la diffusione della banda larga nelle imprese regionali era pari al 96%; il 75% ha un sito web, mentre la quota di addetti che utilizzano computer connessi a internet è salito al 42,6%. Inoltre la percentuale di imprese che acquista servizi di cloud computing è tra le piu’ alte in Italia. L’Emilia-Romagna, prosegue l’indagine, «gode della presenza nel territorio di una buona dotazione di capitale umano con competenze adeguate».

Ha infatti una quota di popolazione con istruzione terziaria più elevata rispetto al resto d’Italia: nel 2015 nella fascia d’età 30-34 anni era pari al 28,8% (rispetto al 25,3% della media italiana). Ed è la «prima regione italiana, insieme al Friuli-Venezia Giulia, per percentuale di laureati in discipline scientifiche e tecnologiche». Vanta pure il primato sia per numero di addetti impiegati in ricerca e sviluppo sia per propensione a brevettare delle imprese.

La forte attitudine innovativa della regione viene confermata anche dalla folta presenza di start-up nel territorio: 798 a fine maggio 2017, l’11% del totale nazionale; di queste 59 sono localizzate nella provincia di Forlì-Cesena.