Agricoltura. In Romagna nel 2017 crescono produzione, occupazione ed export

Il report della Camera di commercio della Romagna: "Comparto fondamentale per il nostro territorio e la società"

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Produzione frutticola in aumento, con Ravenna a confermare la sua vocazione, nonostante un calo della superficie per pesche e nettarine e i prezzi in discesa anche del 25%. Occupazione in crescita, in particolare per la provincia di Forlì-Cesena. Credito agrario sopra gli 1,7 miliardi di euro e saldo commerciale con l’estero ancora negativo ma in netto miglioramento. Sono alcuni dei trend per il 2017 che emergono dal report sul sistema agroalimentare della Romagna, presentato nel pomeriggio di mercoledì 20 giugno dalla Camera di commercio della Romagna a Forlì.

Il sistema agroalimentare, sottolinea il presidente Fabrizio Moretti, rappresenta un “elemento strategico e fondamentale non solo del nostro tessuto economico, ma anche della nostra societa’”. Si tratta, aggiunge, di “un’eccellenza caratterizzata da un forte contenuto di specializzazione e competenze distintive”.

Come ricorda il presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forli’, Roberto Pinza, sono 6.665 le imprese agricole con quasi 30.000 occupati. Ci sono, prosegue, “enormi possibilita’ di sviluppo dei territori in chiave turistica, combinando per l’appunto la biodiversita’ ambientale e di prodotto propria della Romagna con la sua ricchezza sociale e culturale”. Per il terzo anno consecutivo, rimarca l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, il settore fa registrare una crescita del valore della produzione regionale, che supera quota 4,8 miliardi di euro. Il tutto in un’annata segnata da “avversita’ atmosferiche estreme”.

Per quanto riguarda la produzione lorda vendibile in aumento, le tre province romagnole sommano il 26,4% a livello regionale, circa 1,3 miliardi di euro (+10,7%). Per le colture arboree e’ il 43%, per le erbacee il 24% e per gli allevamenti il 19%.

Ravenna e’ prima in regione per le coltivazioni arboree, in crescita dell’8%, e terza per quelle erbacee. Forli’-Cesena e’ invece specializzata nell’avicolo, quarta in regione con il 15% e la produzione lorda vendibile in aumento del 13%. Per un valore di 6.200 euro per ettaro. Il report segnala anche il calo del 10% nella superficie di pesche e nettarine, del 20-25% dei prezzi, e l’aumento di quelli di mele e pere. A livello di scambi con l’estero il saldo e’ negativo per 892 milioni di euro, ma il migliore degli ultimi cinque anni.
L’export cresce del 12,8% a 2,3 miliardi di euro circa, l’import dell’1% a 1,4 miliardi. Per l’import le voci piu’ importanti sono: cereali per 217 milioni di euro, su del 15,6%; semi e frutti oleosi per 194 milioni, in calo del 27%; frutta secca per 74 milioni, giu’ dell’1,5%; sementi per 45 milioni di euro, in calo del 24,2%. La Romagna contribuisce con un valore di 466 milioni di euro, quasi la meta’, alle importazioni nazionali di olii di semi. Boom per i mangimi, 340 milioni, su del 23% in valore e del 24,2% in quantita’. Mentre il pesce lavorato e conservato scende di circa il 2% a 289 milioni di euro.
Sul fronte export, su tutti, agrumi esclusi, la frutta fresca: nel 2017 le esportazioni sono state pari a oltre 257 milioni di euro e rappresentano, da sole, oltre la meta’ delle esportazioni romagnole di prodotti del settore agricolo. I prodotti piu’ importanti sono: kiwi con 85 milioni di euro, lo 0,6% in valore e un calo del 26% in quantita’; pesche, 64 milioni, con un calo del 17,3% in valore e del 5,2% in quantita’. La Romagna contribuisce in modo significativo alle esportazioni nazionali di prugne, 41,5%, pesche, 37,7%, e albicocche, 33,7%. Le esportazioni di sementi ammontano a 105 milioni, mentre per il florovivaismo si scende a a 21 milioni di euro.

Le esportazioni di olii e grassi arrivano a 151 milioni, in crescita dell’8%; quelle di mangimi a 47 milioni, su del 44,2%; quelle di pesce lavorato e conservato a 22 milioni di euro. Generano un saldo attivo gli altri prodotti alimentari dell’industria, per 136 milioni di euro; il vino, 133 milioni; la frutta trasformata, 38 milioni; bevande non alcooliche, 30 milioni; prodotti dolciari, 30 milioni. I due principali mercati di approvvigionamento sono Ucraina e Brasile per i prodotti agricoli e Ucraina e Argentina per quelli trasformati. Germania e Francia sono i due principali mercati esteri per i prodotti agricoli e il peso dei paesi Ue e’ pari al 78,8%. Secondo i dati Istat, solo la provincia di Forli’-Cesena e’ in saldo positivo, Ravenna e’ negativa per 953 milioni di euro, in larga misura per la sua attivita’ portuale. Piuttosto modesto, pari all’11,1%, e’ il contributo della provincia di Rimini agli scambi agroalimentari. I dati dicono inoltre che si contano 1.029 ragioni sociali, di cui circa il 75% di tipo artigianale, nel settore alimentare e delle bevande, un numero quasi invariato rispetto al 2016.
A livello di occupazione, il report segnala per la provincia di Forli’-Cesena una crescita di quasi 2.900 unita’, il 21,8%. In tutto in Romagna si contano oltre 29.700 lavoratori, circa 13.000 a Ravenna e a Forli’-Cesena, 3.700 nel riminese. Il credito agrario romagnolo, 1,733 miliardi di euro su del 2,3%, rappresenta il 31,5% di quello regionale. Il valore medio della superficie agricola utilizzata raggiunge i 7.166 euro.

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