Imprese da ballo e spettacolo. SILB-Fipe E-R: “situazione drammatica, rischiamo il tracollo”

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I vertici del SILB-Fipe, Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo aderente a FIPE-Confcommercio, si sono riuniti questa mattina a Bologna. “Nell’occasione è stato tracciato il bilancio della situazione che stanno vivendo le imprese che rappresentiamo – spiega il presidente nazionale del SILB-Fipe, Maurizio Pasca -. Una situazione drammatica, che nonostante le rassicurazioni avute poche settimane fa sulle nostre attività vede nuovamente i locali da ballo e le discoteche italiane chiusi per decreto con l’attività ferma proprio in uno dei periodi dell’anno maggiormente importanti. Per questo abbiamo deciso di scrivere una lettera al Presidente del Consiglio, Mario Draghi e ai ministri competenti affinché ascoltino le nostre istanze e si facciano carico della sopravvivenza del nostro comparto”.

“Con le imprese già provate dalle conseguenze di questi due anni di chiusure e restrizioni e con il nuovo stop imposto per le festività natalizie e di Capodanno che ha polverizzato circa 200 milioni di Euro mandando in fumo il 25% del fatturato annuo, l’unica possibilità di superare questo tracollo è la via dei sostegni ministeriali, congrui e immediati – prosegue Pasca -. Non possiamo più aspettare, né possiamo accontentarci delle briciole come purtroppo già accaduto nel recentissimo passato, con Decreti che promettevano ristori di 25mila euro a impresa e bonifici reali pari ad un terzo”.

“Siamo stanchi e delusi, ma anche consapevoli che alcuni politici e ministri hanno a cuore la nostra situazione. Questo è dunque il momento di dare gambe ai pensieri e di mettere in pratica le parole di solidarietà e vicinanza al settore – dichiarano dal SILB-Fipe -. Contiamo molto sull’interesse del premier Draghi e dei ministri competenti. Confidiamo nella loro sensibilità per uscire da una crisi di cui non abbiamo colpe che sta portando le imprese sull’orlo del fallimento, che ha già lasciato senza occupazione 100mila lavoratori e che rischia di scrivere la parola fine per un intero settore economico”.

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