Vasco Errani verso l’addio al PD: sabato a Ravenna dovrebbe illustrare le sue ragioni

Sabato 25 febbraio alle ore 14.30 alla storica sezione Strocchi di Via Maggiore, a Ravenna, l'assemblea in cui Errani dovrebbe annunciare l'uscita dal PD

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“Sì, se le cose non cambiano vado via. E sabato pomeriggio spiegherò perché a Ravenna, nella mia sezione, com’è giusto che sia”. Così Vasco Errani, ex Presidente della Regione Emilia-Romagna, ora Commissario post terremoto in Centro Italia, al giornale La Repubblica nell’edizione di Bologna. Il giorno, l’ora e il luogo in cui Errani dovrebbe dire addio al PD sono sabato 25 febbraio alle ore 14.30 alla storica sezione Strocchi di Via Maggiore, a Ravenna, che prima della nascita del PD si chiamava Togliatti. 

 

La sua sezione appunto. Ma anche la sezione di una larga fetta del gruppo dirigente del PD ravennate. Un partito, quello ravennate, che era sempre stato prima dalemiano e poi bersaniano. Poi è passato in massa a sostenere Renzi, anche perchè lui sembrava l’ultima spiaggia, il salvatore della ditta. Ma Renzi ha perso le amministrative e successivamente il referendum. Probabilmente nel frattempo aveva perso anche il polso del Paese profondo. E così il mal di pancia di molti – covato a lungo – ora viene a galla. Il momento della sconfitta è il momento della verità. Chi seguirà Renzi e il gruppo dirigente attuale del PD? Chi Bersani, Speranza, Rossi e D’Alema nella nuova avventura politica?

 

Vedremo in quella sede – sabato – quanti seguiranno Errani, se l’ex Governatore dell’Emilia-Romagna, che qui gode di grande prestigio, farà il grande passo.  

“Le cose non cambieranno da qui a sabato.si legge su La RepubblicaLo sa anche Vasco Errani, che usa quella formula dubitativa per pudore, o forse per far fronte alla sua stessa incredulità nello spiegare che lascerà il PD. Che il suo destino fosse legato a quello di Pierluigi Bersani, lo si sa da sempre. Che i due dovessero seguire lo stesso percorso politico, pure. Ma che Errani avesse deciso di agire con questa tempistica – cioè immediatamente dopo l’uscita di Bersani – è stata in qualche modo una sorpresa. Non solo e non tanto in virtù della natura moderata e mediatrice dell’ex Governatore, ma anche perché da quando è stato nominato dal governo commissario straordinario per il terremoto, le sue uscite politiche erano state pari allo zero. Invece no, invece Errani se ne va, lascia “il partito”, fa un passo che non più tardi di un anno fa sarebbe stato quasi impensabile. E per la storia politica di questa regione, è un passo che fa e farà molto rumore.”

 

“Non ci sono più le condizioni, vado a cercarle altrove, ci vorrà un po’ di tempo ma ci arriveremo”. Queste le amare parole di Errani sempre riportate virgolettate da La Repubblica. Sembra davvero finita. Non è servito nemmeno l’appello di Prodi all’unità. “Ci siamo sentiti, certo, sempre in questi anni ci siamo sentiti. Anche quando lui decise di non iscriversi più al PD ci sentimmo, perché è da tre anni che Prodi non prende più la tessera del PD, se non sbaglio” ha precisato lo stesso Errani. 

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