Integrazione. Lega critica il progetto della scuola di San Vittore con i richiedenti asilo

Pompignoli interroga la Regione: “Una manipolazione pedagogica giocata sulla pelle di bambini delle elementari”

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“Una manipolazione pedagogica giocata sulla pelle di bambini delle elementari”. È questo il commento del consigliere regionale della Lega Nord, Massimiliano Pompignoli, che ha presentato un’interrogazione in Regione sull’iniziativa assunta nella scuola primaria di San Vittore di Cesena che ha previsto, a quanto si capisce da un lancio di agenzia, vari incontri di richiedenti asilo ospitati dalla Misericordia Valle Savio con i bambini per varie attività, terminate con la realizzazione di un murales.  

“Questi sono i progetti delle ‘anime belle’ dell’immigrazionismo senza se e senza ma – aggiunge – che vogliono imporre indirettamente alle nostre comunità la presenza di stranieri, di cui spesso si conosce molto poco del reale passato, passando strumentalmente attraverso progetti all’apparenza innocui, che servono a condizionare bambini e famiglie con l’obiettivo di mostrare una realtà piena di melassa buonista. E guai a dire qualcosa: il terrore di essere tacciati di razzismo, quando di razzismo non si tratta, porta ad accettare supinamente quello che non è un progetto pedagogico ma l’obbligo a sottomettersi a una cultura ideologica che impone e che censura chi non si adegua. Certamente molti crederanno che si tratti solo di un gioco senza altri fini e lasceranno correre, altri valuteranno questo progetto positivamente o perché davvero convinti o perché non interessati o preparati a capire la reale deflagrante portata di questa enfasi terzomondista, che, nei vari progetti che vengono realizzati surrettiziamente in tante scuole, contiene in sé i germi di una vera e propria degenerazione dogmatica della libertà di pensiero. Un progetto questo di San Vittore su cui molti sorvolerebbero, ma che, al contrario, deve far riflettere. Noi diciamo sì all’educazione alla tolleranza, sì all’insegnamento contro il vero razzismo. Qui, tuttavia, si tratta di qualche altra cosa e ben più grave. Che bisogno c’è di coinvolgere bambini e adulti stranieri, per la maggior parte senza alcun diritto a rimanere in Italia, quando già ci sono tante classi multietniche con alunni stranieri e italiani della stessa età che certamente possono meglio comprendersi e interagire? Allora significa che questo progetto è a tutti gli effetti un gioco da grandi. Un gioco che soddisfa quegli adulti per cui l’immigrazionsimo è la nuova religione”.

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