Il “gastronauta” di Galeata Davide Paolini vince il Premio nazionale Galvanina di giornalismo

Gli verrà consegnato il 24 settembre a Pesaro nell’ambito della 17esima edizione del Festival della Cucina Italiana

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Il galeatese Davide Paolini è il vincitore del Premio Nazionale Galvanina al Giornalismo, che gli verrà consegnato a Pesaro il 24 settembre nell’ambito del Festival della Cucina Italiana. Nato a Galeata, a lui si deve l’invenzione del termine “gastronauta” che è stato recepito dallo Zingarelli. Con la sua “navicella”, Paolini viaggia lontano dai luoghi comuni, alla ricerca di ri-storanti, prodotti tipici, ricette, impervi territori della cucina poco battuti dai più.

 

Nato a Galeata e laureato in Scienze Politiche alla C. Alfieri di Firenze, Davide Paolini si definisce appunto “gastronauta”, promotore di un movimento di tendenza di cultura materiale. È stato direttore marketing communication in Benetton group e per il team di Formula 1, ma è nella metà degli anni 90 che conia lo pseudonimo Gastronauta®, ovvero colui che ha scelto di mangiare con la propria testa, capace di godere dei sapori più ruspanti non accontentandosi dei luoghi comuni culinari.

 

Sin dal 1983 firma la rubrica domenicale sul Sole 24 Ore scrivendo articoli di cultura del cibo, e dalla nascita di Radio24 Sole 24 Ore nel 1999 Paolini conduce la trasmissione “Il Gastronauta” per parlare di tutto cibo ma soprattutto far conoscere gli artigiani e i prodotti made in Italy. È creatore di numerosi eventi/manifestazioni annuali riguardanti i prodotti del territorio (da lui definiti giacimenti gastronomici): Taste a Firenze, Territori in Festival a Montecatini Terme, Squisito a San Patrignano, Viaggio nelle diversità del gusto, Il Panettone tutto l’anno, Milano Golosa a Milano, Gourmandia a Treviso e altri. Tante le trasmissioni televisive come conduttore: I viaggi del Gastronauta (La7), Squisito (Rai Interna-tional), Stelle del Sud (Rai 1).

 

Il Premio Nazionale Galvanina gli viene assegnato per aver messo in valore le produzioni identitarie della nostra civiltà, per aver sempre considerato il cibo come forma d’arte e di cultura di cui il nostro Paese dovrebbe andar fiero.

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