Festa di Ravenna. Elly Schlein davanti a 1000 persone dà carica al Pd e sfida la destra: a 100 giorni dalle passerelle con gli stivali nel fango, non ci sono le risposte del governo” foto

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È partita in modo brillante la terza Festa nazionale dell’Unità a Ravenna, che fino all’11 settembre sarà il centro della politica italiana d’opposizione. Perché qui si faranno le prove tecniche di alternativa alla destra. La temperatura ieri 30 agosto era fresca, ma calda l’atmosfera dentro il grande tendone dello spazio dibattiti Sarvador Allende, dove già un’ora e mezza prima dell’inizio c’era gente in attesa della giovane segretaria Elly Schlein alla sua prima Festa nazionale. Lei insieme al suo staff è arrivata intorno alle 19.45, ha subito rilasciato interviste a beneficio di tv e giornali e poi ha inaugurato lo stand della Camera dei Deputati.

Dopo è partita la tradizionale visita della leader ai volontari al lavoro negli stand e da lontano – fra le tante persone in fila nei ristoranti per cenare – si sentivano gli applausi. Poi, in una sala gremitissima – circa mille persone – verso le 20.50, accolta da un lungo applauso, Elly Schlein ha fatto il suo ingresso, raggiante, ma anche un po’ intimidita. Accanto a lei Iratxe García Pérez, la presidente dei Socialisti e Democratici che guida i 143 deputati del Gruppo S&D al Parlamento europeo, protagonista dell’appuntamento politico della serata sulle elezioni europee 2024. 

La prova del fuoco di Schlein di fronte al popolo delle feste è stata superata. La leader Pd ha scaldato, ha convinto, ha dato la carica. Ha conquistato militanti e simpatizzanti. Molti e calorosi gli applausi, a lei a agli altri oratori: il segretario provinciale Alessandro Barattoni, quello regionale Luigi Tosiani e il Sindaco di Ravenna Michele de Pascale. Applausi liberatori. I mille accorsi ad ascoltare ne avevano un gran bisogno. Annichiliti dalle ultime sconfitte elettorali, attoniti di fronte a una destra al governo che sembra viaggiare con il vento in poppa, feriti dall’alluvione che ha colpito la Romagna e frustrati per la lentezza e l’opacità delle risposte che arrivano da Roma. Come se qualcuno stesse pensando di “farla pagare” alla Romagna e di lucrare politicamente sulla disgrazia capitata a questa terra. Ma di questo tema parleremo dopo, visto che è stato al centro dei vari interventi.

Marcare netta la differenza politica e culturale del Pd rispetto alla destra, a questa destra al governo: è la cifra di questa apertura e della Festa nazionale dell’Unità di Ravenna. Idee, visioni e proposte alternative sull’alluvione e sull’Europa, sul lavoro e sulla scuola, sulla sanità e sulle donne, perfino sull’essere patrioti. Ed Elly Schlein il senso lo chiarisce nel suo intervento: “Non è vero che destra e sinistra non esistono più e chi lo dice di solito è di destra o è di destra ma non lo vuole dichiarare.”

ALESSANDRO BARATTONI: RICOSTRUZIONE DELLA ROMAGNA PRIORITÀ PER IL PAESE, NON FAREMO SCONTI A NESSUNO

Apre i discorsi ufficiali, come da tradizione, il segretario provinciale Pd Alessandro Barattoni. È la sua terza Festa nazionale e lo ricorda con orgoglio, anche se “sempre in momenti complicati”. “Questa volta dopo i tragici eventi alluvionali di maggio. – precisa subito – Ma qui è forte la volontà di ricostruire e anche di costruire l’alternativa alla destra.” Quella destra al governo che “specula politicamente sull’alluvione” e sostanzialmente tradisce la Romagna, dice il segretario, perché non sta mantenendo fede alle promesse e non sta dando le risposte attese dai cittadini e dalle imprese.

Barattoni sottolinea con forza che “la ricostruzione e la ripartenza della Romagna sono una priorità per il paese e su questo non si faranno sconti a nessuno.” Il segretario ringrazia i mille volontari, che “chiedono unità e cambiamento al partito” e qui parte l’applauso. Poi parla delle bandiere e di quella dell’Italia, distinguendo fra l’essere patrioti e l’essere nazionalisti, un tema che tornerà poi anche con Schlein.

Attacca la destra al governo “che non fa gli interessi nazionali”, una destra che si mostra “debole con i forti e forte con i deboli”. Attacca le dichiarazioni di esponenti della destra sulle donne stuprate (“parole vergognose”, dice) ed è tutto l’impianto culturale del governo Meloni-Salvini che viene messo in discussione, rispetto al quale il Pd deve costruire l’alternativa e un’altra idea dell’Italia dice Barattoni.

LUIGI TOSIANI: LA DESTRA VUOLE COLPIRE L’EMILIA-ROMAGNA

Il segretario regionale Pd Luigi Tosiani ribadisce i temi al centro dell’estate militante dei dem, dal salario minimo alla sicurezza nei luoghi di lavoro, dalla difesa della sanità pubblica da tagli e attacchi della destra (“tagliano perché vogliono privatizzare la sanità”, dice). Poi parla dell’alluvione e della ricostruzione: “Non c’è un euro di indennizzo arrivato agli alluvionati: la scelta della destra è di colpire l’Emilia-Romagna”. Infine, richiama la necessità per la comunità dem di “chiudere la stagione delle troppe liti e delle troppe divisioni” per costruire l’alternativa alla destra.

MICHELE DE PASCALE: MELONI TORNI IN ROMAGNA, DEVE CONFRONTARSI CON IL TERRITORIO

Il Sindaco Michele de Pascale ha ringraziato Elly Schlein e il Pd nazionale per avere portato la Festa nazionale a Ravenna, sottolineando il significato di questa scelta: tenere il riflettore acceso sul dramma dell’Emilia-Romagna colpita dai fatti di maggio, mentre ci sono “tentativi di mettere la Romagna in un cono d’ombra”. Michele de Pascale ha ricordato che l’alluvione è stata giudicata come la terza catastrofe climatica del 2023 nel mondo, un evento enorme.

Il Sindaco ricorda la proverbiale resilienza dei romagnoli ma tuona: “stavolta abbiamo bisogno noi, abbiamo bisogno di sostegno dopo l’alluvione.” Risponde a chi dice che c’è troppa fretta ricordando che la fretta è di chi ha perso tutto. Ricorda che all’inizio c’è stata una piena volontà di collaborare con il governo, poi da destra sono cominciati gli attacchi. Risponde ancora all’infelice uscita del Ministro Musumeci (“il governo non è un bancomat, ma nemmeno la Romagna lo è e non chiediamo la carità, ma quello che spetta a un territorio colpito da una calamità” dice) prendendosi applausi scroscianti.

La destra ha “buttato in polemica politica l’alluvione” dice de Pascale, ma i fiumi che esondano e l’acqua non distinguono fra sindaci di destra e di sinistra, dice e “non c’entra il colore dei sindaci di fronte a una tragedia”. Fortissimo l’applauso del pubblico. Anche il Sindaco ricorda poi come non ci siano soldi per gli indennizzi a famiglie e imprese.

Infine l’affondo finale: “Meloni torni in Romagna, deve tornare e si deve confrontare con questi territori per incontrare le istituzioni e le forze economiche”. Dal pubblico una voce chiede: “Per fare un’altra passerella?”. Ma il Sindaco risponde sostanzialmente che la Romagna è una terra accogliente e saprà accogliere Meloni come si deve.

ELLY SCHLEIN: NON CI SERVONO LEADER DONNE CHE NON SI BATTONO PER I DIRITTI DI TUTTE LE DONNE

Poi tocca a Elly Schlein. All’inizio la nuova leader Pd è emozionata e lo dice. “Per la prima volta mi capita di aprire una Festa dell’Unità nazionale, una festa così bella e così partecipata” e subito insieme all’applauso c’è il ringraziamento ai volontari e alle volontarie.

Insiste sul tema della festa “Il nostro tempo” che contiene in sé il valore della comunità politica e dello stare insieme (nelle crisi e nelle calamità “le persone si salvano solo se stanno insieme, non nell’egoismo sfrenato”, dice). Poi puntualizza che il Pd non deve e non può essere “un partito personale e nemmeno un partito familiare” ma un partito plurale, il cui destino “non è legato al leader di turno” perché i leader passano e il partito resta: “Siamo qui per servire la nostra comunità non il nostro interesse” scandisce. Il pubblico apprezza.

Schlein elogia la qualità del Pd a Ravenna e in Emilia-Romagna, perché anche nel momento più difficile dell’alluvione i dem “sono sempre stati a fianco delle popolazioni colpite.” E qui Elly Schlein spiega proprio perché ha voluto che la Festa nazionale 2023 si facesse a Ravenna: “cercare di costruire insieme le risposte che mancano per la ricostruzione”.

La segretaria ricorda lo spirito di unità nazionale dei primi momenti post alluvione, l’intento di collaborazione, per far arrivare alle famiglie, alle imprese e agli agricoltori “i ristori al 100% che il governo ha promesso. Si tratta di miliardi di euro. E ancora non abbiamo visto queste risorse.” “Ci sono famiglie che hanno perso tutto non una ma due volte” e cita un caso che ha potuto constatare di persona a Bagnacavallo. “Non è il Pd che ha fretta” dice Schlein, ma è la situazione di persone e imprese che impone di fare in fretta. Al governo, dice Schlein, “chiediamo serietà e non la volgare politicizzazione dell’alluvione e della ricostruzione che abbiamo visto fin dal primo giorno, con la scelta sbagliata di centralizzare il Commissario anziché – come tutto il territorio chiedeva – nominare il Presidente Stefano Bonaccini.”

Schlein qui ha elogiato l’approccio e l’insegnamento di Bonaccini e poi attaccato Meloni: “Davanti alle difficoltà non esiste colore politico dei Sindaci, esiste solo la fascia tricolore. È il motivo per cui dopo 100 giorni dalle passerelle con gli stivali nel fango, denunciamo il fatto che ancora non ci sono le risposte del governo.”

La leader dem affronta il tema dei cambiamenti climatici e dice che l’Italia non può continuare a spendere per le emergenze il quadruplo di quello che spende per la prevenzione e poi attacca la doppia faccia del governo Meloni. “Abbiamo visto due Meloni. Un giorno annuncia un grande piano di prevenzione contro il dissesto idrogeologico. Il giorno dopo il suo Ministro Fitto spiegando le modifiche al PNRR annuncia 16 miliardi di tagli, soprattutto ai Comuni e soprattutto ai piani contro il dissesto idrogeologico. Sono due Meloni diverse. Qual è quella vera?”

La seconda parte del discorso della Schlein è dedicata ai temi dell’Europa e dell’estate militante del Pd da lei lanciata: lavoro e lotta al lavoro povero, salario minimo, scuola, difesa della sanità pubblica, casa, lotta alla povertà e alle diseguaglianze, politiche per le donne e per i giovani. Sulla povertà Schlein dice che la destra fa “la lotta ai poveri non alla povertà, come se la povertà fosse una colpa”. E sulle donne affonda: “Ci sono leadeship femminili ma non per questo femministe. Non ci servono leader donne che non si battono per i diritti di tutte le donne.”

Sull’Europa ricorda che siamo alla vigilia di un voto fondamentale (le Europee 2024), attacca la destra che in Italia e in Europa alza muri e semina odio, e ricorda Altiero Spinelli e il suo Manifesto di Ventotene per un’Europa federalista e democratica. Un progetto che – dice – è rimasto sostanzialmente a metà. Chiede più Europa sociale e solidale. Più Europa che faccia politiche. e investimenti comuni per il clima, la salute, lo sviluppo. E lavori per la pace. Una pace giusta. Dichiara apertamente l’appoggio alla lotta del popolo ucraino e bolla come “criminale” l’aggressione putiniana, ma aggiunge che è ora che l’Europa diventi protagonista di un dialogo alla ricerca della pace.

Attacca i nuovi nazionalismi. “Una cosa è essere patrioti, altra cosa è essere nazionalisti. Il nazionalismo in Europa ha creato solo disastri e guerre. Essere patrioti significa essere democratici e per la Costituzione, la costituzione antifascista” scandisce Schlein, che aggiunge: “Chi non è capace di pronunciare questa parola – antifascismo – non è degno di ricoprire incarichi pubblici.”

In definitiva, è stata un’apertura della Festa che è un manifesto del nuovo PD targato Schlein. Un Pd che guarda a sinistra e vuole recuperare la connessione sentimentale con i ceti popolari, i lavoratori, i giovani, le donne, gli ambientalisti, i pacifisti. E che vuole costruire l’alternativa alla destra. Insieme alle altre forze di opposizione. Come? Ecco, questo tema è rimasto nell’ombra nelle sue parole e nei discorsi pronunciati alla festa. Ci saranno momenti di confronto e si vedrà come il dialogo si snoderà. Tutti sanno che la strada è tutt’altro che in discesa. E l’alternativa ancora piuttosto lontana. Intanto qui c’è l’embrione di un Pd che vuole rilanciarsi.

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